giovedì 17 febbraio 2011

Dovevate fargli suonare le percussioni!

Andy Garcia è un po' invecchiato, ma (non me ne voglia Mario) il suo bel fascino, nello sguardo, ce l'ha sempre. Anche durante quella mezza schifezza di performance canora assieme a Morandi.
Dovevano fargli suonare le percussioni! Allora sì che ci saremmo divertiti.


A me Andy Garcia piace, perché è stato il Modigliani de I colori dell'anima (2004), film che mi è molto caro, per una serie di motivi, tra i quali c'è il mio ormai rinomato amore per quegli anni, artisticamente parlando.
Mi piace perché ha sempre quell'espressione trasognante, che sembra essergli rimasta incollata agli occhi da quando, appunto, è stato il bel Modì (maudit).
Mi piace perché è il regista e protagonista di uno dei più bei film degli ultimi cinque anni.
The lost city (2005), dal cast stellare e che ho avuto il piacere e l'onore di vedere, alla sua presentazione italiana, al Festival dei due mondi di Spoleto, nel 2007.
Mi piace perché quella volta, dopo il film, il pubblico si spostò all'anfiteatro romano, dove Andy Garcia e la sua band (i Cineson All Stars) tennero un concerto memorabile, divertente, tutto da ballare.
Mi piace perché alla fine di quel concerto, mentre lui e la band smontavano gli strumenti, mi tolsi le scarpe, le lasciai a mia madre e corsi verso il palco, mi ci arrampicai sopra e andai a chiacchierare con lui, giusto una manciata di minuti, il tempo sufficiente a vederlo da vicino, ringraziarlo per il suo Modì e per la sua musica, e dargli un bacio.

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