martedì 30 novembre 2010

Un saluto

Perché nel gesto di Mario Monicelli non vedo solo una scelta, quella del come porre fine alla propria esistenza.
Vi trovo qualcosa di più, di più forte.
Paradossalmente, uno slancio vitale.

lunedì 29 novembre 2010

Fiato sprecato

Ammetto di fare fatica a credere che, ancora, per qualcuno possa essere interessante quel lato di Berlusconi.
Cioè, perché continuano a dare tanta importanza a cose di cui lui non si imbarazza, di cui non importa un accidente a chi lo vota e, ormai, anche a chi non lo sopporta?
Ci sarebbero, forse, cumuli più seri in cui andare a scavare.


E loro hanno perfettamente ragione.

domenica 28 novembre 2010

Pensieri musicali


Anche se mi dicono che mi sbaglio, perché Via con me deve essere dedicata da un uomo a una donna e non il contrario, ho trovato che ieri, su D di Repubblica, Guia Soncini avesse proprio ragione.
E quella di Paolo Conte sia (è l'unica cosa che conta) una gran bella canzone.

E, quindi, questa è per te, Mario.
Per noi, se preferisci.

sabato 27 novembre 2010

Giornate impaginate

Studiare Picasso, i suoi inizi e i suoi disegni, mi fa sempre tornare in mente il profumo del primo viaggio a Barcellona. La gita scolastica. Un viaggio di piacere. Quasi più che se fossimo stati per conto nostro.
E quel viaggio, in particolare, ha visto luoghi d'incanto.
Un palazzo ricoperto d'edera e colmo di magie surrealiste, al suo interno. Il mio preferito.
Soffiava un vento pungente ma abbiamo visto sempre il sole.
Ad Arles abbiamo mangiato le crepes più buone, e abbiamo fatto la partita di pallone più divertente.

L'arte ha avuto sempre il potere di rapirmi. Per questo mi sento un po' a disagio, ora che per questo ultimo esame mi trovo a arrancare verso l'ultima pagina del libro.
Sarà il peso delle scadenze che sento sulle spalle, può darsi. Sarà la piccolina che non mi lascia molto tempo anzi, non me ne lascia per niente.
Fatto sta che non mi piace vivere tutto questo come un obbligo.

Ora penso che vorrei essere una delle pitture spettrali, provocatorie e disinibite di Alberto Martini.
Pure la Marchesa lo è stata.

venerdì 26 novembre 2010

Ti amo

Pistacchina, pivellina, pisolina, tortellina, maccheroncina, culettina, pelatina, sdentatina, pannolina, pernacchina, tortorina, ruttina, pistolina..
Può darsi che me ne vengano in mente anche altri.
Questa sei tu. O meglio, questi sono i nomignoli con cui ti ho chiamata fino a oggi, nomi che mi hai ispirato tu.
Perché ti osservo e ti vedo assumere certe espressioni che ti fanno così simile a un cartone animato, a un'illustrazione per l'infanzia.


















Sei simpatica, bimbetta mia.
Lo sei, e lo sarai ancor di più.

Esigenze

-Esco che devo comprare delle cose. Lascio qui la bambina.
-Ok.
-E se invece la prendo su e la riparo dal freddo con il parapioggia?
-Noooo. Non è l'ora per uscire con un bambino a questa stagione! Bisogna uscire quando c'è il sole. Questa è proprio l'ora più fredda.
-Ho capito, ma io a camminare senza niente in mano, cioè senza portare il passeggino, non mi sento più a mio agio.

giovedì 25 novembre 2010

Se fosse un monologo sarebbe così..

Mi piace venire a sapere quello che gli altri dicono di me.
È una mia forma di vanità, forse l'unica e forse anche piuttosto banale. Il solo mio difetto, però, è che poi vorrei correggerli o rispondergli per le rime, e talvolta questo non va bene.
È che non sopporto il genere di sciatteria, di qualunquismo, di riduzione a "tanto si sa com'è e perché è così" di una persona, quando si fanno questo tipo di discorsi.
Recentemente mi è capitato di leggere alcune righe, una sentenza lapidaria sulla mia esperienza.
Esperienza così, in generale, non si sa bene di quale specie.
E ovviamente, data la mia giovane età, si presupponeva che io di esperienza ne avessi assai poca.
La mia domanda, allora, è spontanea e inevitabile: a quale genere di esperienza ci si stava riferendo? Lavorativa? Sociale? Sessuale? Che tipo di esperienza?
La sentenza era data da una signora, un'appena ex ragazza, che si raccomandava con il mio compagno di trattarmi bene, di non travolgermi, dal momento che, essendo io così giovane, lui è in possesso di un'esperienza almeno cento volte superiore alla mia.
Ok, respiro, rifletto, boh.
Esperienza. Scappo verso il dizionario. Anzi no, Wikipedia! Che ci spiega come l'esperienza comprende la conoscenza (ovvero la capacità, ovvero ancora l'osservazione) di una cosa o di un evento, o di un fenomeno, ottenuta tramite il coinvolgimento in, l'esposizione a o l'osservazione di quella cosa o quell'evento.
Benissimo, sono giovane, ma sono stata coinvolta in, esposta a e in osservazione di molte situazioni e persone adulte. Le ho conosciute e le ho esperite. Ma continua Wikipedia, la maggior parte dell'esperienza viene generalmente accumulata con l'avanzare del tempo, sebbene si possa esperire anche un singolo evento repentino. Il termine viene generalmente utilizzato in riferimento al cosiddetto know-how ovvero alla conoscenza procedurale, piuttosto che alla conoscenza proposizionale. La storia del termine "esperienza" si allinea molto da vicino con il concetto di esperimento.
Ne ho fatti di esperimenti, anche se non ben riusciti. L'unico a aver avuto esito positivo è stato la gravidanza e la genitorialità. Che, però, quella signora non vanta nel suo curriculum. E, la gravidanza in sé, poi, non la vanta nemmeno il mio compagno che è tanto più esperto di me.
In filosofia, il termine è invece utilizzato spesso in riferimento alla "conoscenza empirica", ovvero "conoscenza a posteriori". Si è soliti chiamare esperto una persona che abbia saputo trarre profitto dalle sue od altrui vicissitudini personali, migliorando così le sue capacità di decisione.
E da quegli esperimenti, pur mal riusciti, ho tratto profitti e lezioni. Altrimenti non sarei qui.
Le principali qualità degli esperti sembrano essere il notevole sviluppo delle abilità percettivo-attentive, la capacità di semplificare, quella di selezionare le situazioni dal punto di vista decisionale, una maggior creatività, il ricorso ad automatismi cognitivi, la capacità di reazione alle eccezioni a strategie.
Quelle lezioni mi sono servite a sviluppare e accrescere un livello d'attenzione utile a sopravvivere, a tenere la guardia alta.
Tra gli ostacoli che impediscono un valido processo di soluzione dei problemi (cioè il formarsi dell'esperto) figurano l'indecisione, l'abitudine (vale a dire la persistenza di una disposizione abituale verso una soluzione che magari è stata valida un tempo, ma non lo è più attualmente), l'incapacità di scorgere alternative.
E mi sono servite, queste lezioni, a farmi sorridere pensando a quella donna e a quelli come lei, maschi e femmine. Che parlano, parlano, si perdono in chiacchiere. Si divertono a raccontarsi storie, a inventarsi episodi e, perché no, esperienze.
Mi sono servite a sorridere di fronte a chi si dice affannato, oberato da impegni e lavoro, ma felice della propria vita e poi si perde in altre chiacchiere, perché evidentemente quello che ha non gli è sufficiente. E, ancora, sono servite a sorridere a chi dice una cosa al posto di un'altra perché è distratto, o perché non gli importa. E ho riso di me stessa, perché anche io sono stata così, a grandi linee.
Ma fortunatamente, proprio grazie alle mie esperienze, ora posso chiamarmi fuori da quella cerchia di persone, che poi in realtà è ampia.
Semplicemente posso chiamarmene fuori. Non per austerità, tutt'altro. Solo perché innamorata e concentrata su questo, perché questo è già tutto. Incapace di distrazioni, e non per mancanza di esperienza, cara la mia signora. Incapace di distrazioni perché felice e appagata da quello che ha, senza sentirsi stupida per questo.
Perché amare il proprio uomo non significa essere stupidi, essere inesperti o, addirittura, masochisti. Il masochismo è componente di ben altre situazioni.
E lo sono stata, masochista. Ma ora non più.
Sono solo seria, incredibilmente seria nei confronti di quello che ho conquistato.
Se non lo si capisce è perché non si ha esperienza di ciò di cui parlo.

P.s.: spesso poi mi rileggo, e mi passa la voglia di pubblicare quanto scritto. Ma ora fuori è freddo, fa buio presto, io ho altro da fare, la bambina sta facendo i capricci e sento di avere ragione.
Fanculo, ecco quello che penso.

mercoledì 24 novembre 2010

Gli inizi del 2000

Mi è venuto in mente che di quegli anni non abbiamo nemmeno una fotografia.
Non è che non ne sono rimaste: non ne sono proprio mai state fatte.
Com'è possibile? Eppure ci divertivamo tanto, eravamo sempre insieme.
Adesso, se guardo i profili facebook di chi ha la nostra età di allora, vedo che tutti si fanno fotografie, continuamente.
E allora noi? Nessuna fotografia solo perché ancora non c'era facebook?
Credo di no. Probabilmente è perché tutto ci sembrava infinito.

La noia

-Lascia perdere il gioco.
Il fatto è che le persone si annoiano molto, e questo mi dispiace. Mi dispiace più per me che per loro, è chiaro. Ma se tutti potessero trovare una base, non sarebbe meglio?
Anziché perdere tempo e rendersi inutili con stupidi trastulli. Per esempio, a me non riuscirebbe a venire in mente nulla di simile, e non ne avrei proprio voglia.
-Che c'entra, tu sei felice.
-Ho capito, ma mica devo pagarla io la
loro infelicità.

-Perché?
-Perché poi cercano sempre di fare comunella con la noia di qualcuno.
E il problema è che non ci provano con la mia, non più.

martedì 23 novembre 2010

The Week, the beginning

E quindi siamo arrivati al grande momento, l'uscita in edicola di The Week (da giovedì 25 nelle edicole di Roma e da venerdì 26 in quelle del resto d'Italia) il nuovo settimanale figlio delle brillanti idee dell'uomo che amo.
Questo è il primo progetto lavorativo interamente ideato da lui (e assieme a una squadra di colleghi e amici) che mi sono trovata a vivere giorno per giorno, dal concepimento di un'idea alla pubblicazione, al suo fianco, completamente.
Nel passato recente abbiamo assistito alla nascita di RedTv (con le conseguenze che tutti sanno), c'è stato il periodo di incertezza se Adinolfi avrebbe partecipato o meno al reality di Canale 5 La TalpaC'è stato, poi, il decollo di una carriera pokeristica da professionista.
Ecco, c'ero anche in quei momenti, ma un po' in disparte.
Ora, che la nostra vita ha preso una certa piega e mi trovo veramente a vivere la quotidianità con Mario, beh, sono felice e orgogliosa (anche se suona banale) di poter osservare dalla prima fila questo splendido lavoro che si sta compiendo (con il resto del team), figlio di una passione per l'impegno vero e proprio.
Perché una delle cose che ammiro, in Mario, è la capacità di impegnarsi, di prendersi un impegno, anche a suo rischio e pericolo, e provare a riuscire veramente nell'intento, senza risparmiarsi in nulla (e questo no, non è banale).
In questo caso, comunque, credo che la redazione meriti un sostegno incondizionato, perché ambasciatrice della causa di queste ultime generazioni, e di quelle a venire.
In bocca al lupo ragazzi.

Da un ricordo all'altro

Ogni volta che ricevo via email, ne ignoro il motivo, la pubblicità della Avon che mi chiede se voglio diventarne rappresentante, lo ammetto, mi emoziono un po'.
Perché si fa inevitabile pensare a Edward mani di forbice e alla sua "signora Avon".
E se penso a quel film, si fa inevitabile che mi emozioni pensando a come era bello Vincent Price e, da bambina cresciuta a pane e The Nightmer Before Christmas, diviene inevitabile pensare quanto sia grata a Tim Burton per questi piccoli splendori:

lunedì 22 novembre 2010

Meccano-mondo

Ma mettendo colonnine elettroniche pure nelle biblioteche, colonnine che tramite tessera con codice a barre consentono di registrare il prestito e la riconsegna (self-service) del libro, non si starà esagerando?
Cioè, pure nelle biblioteche (oh, Madonna! Nelle biblioteche!) abbiamo così tanta fretta di sbrigarcela da soli a tu per tu con un computer?
Io no, e quindi:
-vuole provare il nuovo tipo di prestito elettronico?
-no, per carità. Non sono capace.
In realtà, il motivo è che impazzisco per le biblioteche (forse un giorno analizzerò il perché) e per il momento in cui il bibliotecario/la bibliotecaria va alla ricerca del libro che chiedo. E, poi, il momento in cui registra il prestito.
Li osservo quasi in estasi.
Fortunatamente nelle mie biblioteche preferite (una e due) le colonnine elettroniche non entreranno facilmente.

venerdì 19 novembre 2010

No way back

Di componenti infantili accetto solo quelle spiritose e innocue.
Non quelle delle mezze verità, delle prese in giro, del fare tanto per fare o dire tanto per dire.
Queste no, non mi piacciono, non hanno o danno valore, rendono tutto peggiore, e nessuno di noi due può permetterselo più.
Ci siamo messi su un binario ben preciso.
E dai binari non si sbanda. Se lo si fa, si deraglia irrimediabilmente.
Quindi la via è una sola, e l'abbiamo scelta noi.
Perciò giochiamo senza terzi, che tu e io ci bastiamo da soli.


Questo disse la vacca al mulo.

mercoledì 17 novembre 2010

Musiche e musical

Sono tanti i motivi per cui, nell'eventualità dovesse essere girato, parteciperei ai provini per il musical sul pasticcere trotzkista.

C'è come Silvio Orlando molleggia sulle gambe.
Ci sono gli abiti delle pasticcere, belli, cartoneschi, così come le torte.
C'è il modo in cui le pasticcere sbattono il matterello a ritmo di musica.
C'è la musica stessa, che ti fa capire perché Silvio Orlando molleggia in quel modo.
Ci sono i fischiettii.
E, poi, c'è che Nanni Moretti, conciato per le feste con casco, occhiali da sole e mantella, insieme al resto dello staff, si muove in modo troppo contagioso.

martedì 16 novembre 2010

Languages

E, alla fine, sono facilmente (non so se anche felicemente) arrivata alla conclusione che, in un modo o in un altro, dovrò imparare lo spagnolo.
Sia che serva, nel caso più estremo, per la fuga a Barcellona, sia per quando accompagnerò Clara all'asilo e poi alla scuola materna, e così via.
Da queste parti vedere un bambino a passeggio con la sua mamma è raro.
Dovrò fare amicizia con le colf sudamericane, che sono in netta rimonta su quelle filippine, lo so.

I miei complimenti

Tra un Quanto sei bona e un Mamma mia che bella raccolti per strada da improbabili camionisti e (ugualmente improbabili) ragazzi in carriera, il complimento del giorno è, senza dubbio, quello della signora che vive su un muretto dietro casa, e che quando mi vede passare con Clara sembra trascendere e, aprendo il suo sorriso di denti precari, dice Ogni giorno siete sempre più due bamboline.


P.s.: Lei è, tra l'altro, l'essere umano da cui sto ricevendo più complimenti in assoluto. Una volta mi ha detto Che bella bambina! Ma ha una mamma così bella. Lei cosa faceva, la modella? L'attrice?
Ecco, il suo aver coniugato il tutto secondo l'imperfetto indicativo è ciò che più ha fatto piacere. Come se ora, con una bambina in braccio, riuscissi a sembrare in maniera convincente una donna responsabile.

lunedì 15 novembre 2010

Pensiero

Venti minuti fa, affacciandomi alla finestra, ho visto un signore che attraversava la Piazza. L'ha attraversata trascinando vistosamente la gamba destra.
La fatica che stava facendo era tutta evidente. Quella fatica la vedevo anche io, persino da questo quinto piano.
Poi, ora, su Rai tre, Saviano ha raccontato la storia di Piergiorgio Welby, e il progresso inesorabile della sua malattia.
E anche il solo pensiero dell'atrofizzarsi completo della muscolatura, fino alla morte, ha un peso che schiaccia ogni idea.
L'unica a essermi rimasta era questa, un pensiero alla fatica, e allo strazio che certe fatiche portano con loro.

venerdì 12 novembre 2010

Un permesso di soggiorno toglie il medico di torno..

E mo' chi glielo spiega a loro e agli altri immigrati che ieri sera protestavano a Annozero che la Rubycuori ha appena avuto un permesso di soggiorno?

Ipotesi, 2

Che regalo ti piacerebbe ricevere per Natale?
Niente.
Ehddai! Un pigiama? Uno specchio? Un allestimento da ufficio per lo studio?
Nient'affatto.
E allora?
Vorrei un paio di mani, da usare al bisogno.

giovedì 11 novembre 2010

Ipotesi

Se mai dovessi risolvere la mia vita in altro modo mi piacerebbe poter investire nel ballo.
Lo faccio ora, in casa, per Clara e per me stessa, più volentieri di quando lo facevo per sport. E' più di uno svago, è un'armonia ritrovata. E' la riscoperta continua di un corpo, il mio, che ho sempre imparato a conoscere e studiare, quotidianamente, fin da bambina.
E' il ritrovamento quotidiano di una fisicità che amo. Sono i movimenti presi dalla frenesia di un sottofondo come Nocturne in C minor di Chopin, e tanto altro.
Altrimenti mi piacerebbe scrivere, in modo completo. Un libro, se fossi costante. Ma credo di avere troppe frasi e troppo sparse perché questo possa avverarsi. 
Più semplicemente, last but not least, come ho sempre pensato, mi piacerebbe essere un'oste e trascorrere le mie giornate in osteria.
E' bello anche pronunciarlo: o s t e.
Sarebbe, di certo, il mestiere più divertente.



Progetti di giornata

E' uscito il sole.
Bene.
E allora, prima che si facciano le 17, porto Clara a fare una passeggiata, come si direbbe di fare con il cane.
In realtà ho solo voglia di scattare qualche foto.
Vorrei trovare, da immortalare, un mai banale lungo Tevere d'autunno e qualche vetrina non comune.
Poi, alle 18.30, c'è l'esposizione di Portoghesi, e io ci vado, specialmente per dare un senso alla, comunque meravigliosa, esperienza della sua Roma Barocca, che gli è valsa la conquista di un posto tra i miei amori platonici.

Help Tv

A volte, confesso, mi sento in colpa se, mentre devo vestirmi, andare in bagno, scolare la pasta o cose del genere, e sono sola in casa, accendo la tv e metto Clara davanti a Agente speciale Oso, sul canale Playhouse Disney.
Mi sento in colpa, e infatti gliela lascio per pochi minuti.
Ma lì davanti sta buona, parla con l'agente speciale, una specie di panda giallo che le piace da matti.

Io, però, l'altra notte ho sognato che alla visita oculistica di controllo, che Clara deve fare, chiamavano la polizia, e mi beccavo diciotto anni (tempo che la pupa diventasse maggiorenne) di galera per cattiva condotta genitoriale.
Tengo, quindi, a precisare che si tratta giustogiusto di una manciata di minuti al dì..

Novembre

Quando ci sono giornate così, in questo periodo dell'anno, grigie e umide, io ammetto di iniziare a dare sfiammate ai termosifoni, in certi momenti di solitudine, e di iniziare a ricordarmi che fra poco compirò di nuovo gli anni.

martedì 9 novembre 2010

Ehi tu, dico a te

Se fossi una mamma single, da qualche tempo a questa parte, guarderei spesso Pomeriggio Cinque.
Ci va ospite un tizio con la barba che mi intriga..

lunedì 8 novembre 2010

E avanti un altro, nanetta

Oggi Clara compie quattro mesi e, ancora, non sono riuscita a capire se mi sembrino pochi o molti.
Ecco, ad ogni modo, io sono felice di fare gli auguri, da mamma, a una figlia così divertente e così divertita.

sabato 6 novembre 2010

Film a parte..

Ma Fabrizio Bentivoglio ha veramente quell'aria sconvolta del malato terminale.
Un'aria che, però, lo fa bello e lo fa sembrare, paradossalmente, meno vecchio e consumato.

venerdì 5 novembre 2010

Miss you, berba.

Te lo dicevo anche stanotte, ormai i giorni lontana da te si traducono in prove di sopravvivenza.

Pagine nuove

Impiego sempre troppo a assimilare le rivoluzioni, ma la nuova grafica de il venerdì di Repubblica mi piace abbastanza.
Mi sembra ci siano scritte molte più cose, anche se non ne ho ancora verificato l'utilità.
Ma è tutto molto bianco, molto pulito.
La preferisco quasi.

Somiglianze immaginarie

Non so bene il perché, ma quando fai certe facce

 mi sembri troppo Woodstock

Rubycapi

Sarebbe bello poter tornare a stupirsi se un uomo preferisse dare interesse al culo di Ruby anziché al cubo di Rubik...di rompicapi in rubycapi.

Che, comunque, Silvio è uno, e come lui sono tanti.

giovedì 4 novembre 2010

Se lavori in pediatria...

Sinceramente, vedere la cardiologa dell'ospedale Bambino Gesù (che mi sembra sia un ospedale pediatrico......) schifarsi letteralmente quando, prima di visitare Clara, io l'ho spogliata e ci siamo accorte che aveva fatto la cacca e, quindi, era da cambiare, mi ha fatto venire il dubbio che fossi capitata nel posto sbagliato.

Momenti di Dolcezza

Un gocciola al giorno toglie altri vizi di torno.
Piccoli momenti di dolcezza (di altro tipo): a fine pasto, caffè Hag alla vaniglia (gentilmente concesso in prova dalla festa del cinema di Roma) accompagnato da una gocciola.
Ora inizia il secondo tempo: è pomeriggio.

mercoledì 3 novembre 2010

Le parole sono importanti, ma anche la musica..


Perché a me, più che le canzoni, piacciono le musiche.
E camminare per strada con l'IPod e questa musica, a maggior volume, nelle orecchie non ha prezzo.
Forse solo tu avresti moneta sufficiente a comprare un momento così.

martedì 2 novembre 2010

Rubynetteria

Quello che, poi, mi fa pensare è la sua appartenenza al giro di prostituzione d'alto bordo.
Sarà perché era e è tanto giovane e, quindi, più cara. Ma, altrimenti, lungo l'Adriatica, su da noi, ce ne sono di meglio.

Briciole di me

Su Io Donna del Corriere della sera c'è la rubrica Cose della vita, per cui ogni settimana si chiede a un personaggio diverso quale sia il piatto preferito piuttosto che il film, o si fanno domande sulle sue abitudini.
Allora, qui, voglio fare, tutte le settimane, la stessa cosa con me stessa e, se capita, con qualcuno di mia conoscenza.
Ora inizio io...

Il film che non dimentica?: Tutti defunti tranne i morti, un film di Pupi del '77. Film comico e grottesco, di quelli che piacciono a me. Certe freddure sono uno spettacolo, e rido ogni volta che lo guardo come fosse la prima.
Ha una collezione?: No. Quando ero una bambina collezionavo le schede telefoniche, quelle da usare nelle cabine. Facevamo una sorta di compravendita tra amici, e al mercatino dell'antiquariato c'era una bancarella che vendeva le schede in edizioni limitate, arrivavano a costare anche parecchio. Poi ho collezionato anche i minerali. Quelli li compravo al mercatino delle erbe, che facevano d'estate. Ne avevo abbastanza, almeno mi sembra di ricordare. Poi c'erano le solite sorprese delle uova kinder, ma quella collezione la facevano tutti, è un po' sputtanata. Un sogno che ho avuto era quello di poter collezionare i camion. Immaginavo i modellini di tutti i camion che avevo visto per le strade, e ce ne erano di bellissimi. Mi sarebbe piaciuto averli in miniatura, tipo micro machines.
Qualcosa che in casa non manca mai?: Giornali! Se ne aggiungono di nuovi tutti i giorni e se ne buttano via raramente e dopo un certo periodo. A dire la verità siamo quasi sommersi.
Un oggetto caro?: Rotoli di carta assorbente. Ne uso davvero tanti, per qualsiasi cosa. Ci appoggio le cose che sto mangiando, asciugo dove bagnato, mi ci soffio il naso, mi ci pulisco le mani mentre cucino. Lo trovo di un'utilità sorprendente. L'altro giorno l'ho detto anche con zio Carlo quando in cucina è caduta dell'acqua sul pavimento e lo scottex era finito:"ecco vedi, io senza scottex mi sento persa!".
Ultimo regalo fatto e ricevuto?: Mmh...Ricevuto, un paio di stivali bassi, cioè senza tacco e bassi pure di gamba. Fatto, credo sia un giubbotto a Clara, mia figlia. Ma è talmente piccola che reputo ogni regalo fatto a lei un dono a me, più che altro. Mi piace pensare che, nella quotidianità, ogni piccolo gesto che in qualche modo riesce a sorprendere, sua un regalo. Anche solo comprare il bagnoschiuma che Mario preferisce e farglielo trovare prima del bagno...
Il rito del mattino?: Un abbraccio. Ma credo di averlo già scritto: Abbracciami l'ultima volta prima di andare a perderci nei nostri ritmi quotidiani.. . È una cosa che mi rassicura e di cui ho bisogno per scendere dal letto con il piede giusto.
Il libro che le ha cambiato la vita?: Il ritratto di Dorian Gray. Avevo una quattordici anni quando lo lessi. Le prime righe mi erano sembrate di una noia mortale, poi riprendendolo in mano cambiai idea. Penso di averlo letto almeno dieci volte. E in quel periodo mi piaceva un ragazzino che mi sembrava corrispondere perfettamente alla descrizione che Dorian dava della sua Sibyl Vane.
Che cosa indossa in casa?: In estate una canottiera o abitini corti. In inverno un bel maglione oversize.
Luoghi del cuore?: Quelli dell'infanzia. E quindi il mare di Cervia, dove ho trascorso tutte le estati da quando sono nata, nella casa di famiglia e dove stiamo tutti insieme.
Poi la collina e l'Appennino intorno a Forlì, dove sono nata e cresciuta, i boschi in cui facevamo passeggiate e raccoglievamo castagne. Poi, ultimo in ordine temporale, c'è Sanremo..e qui il motivo è sentimentale.
Un momento della giornata tutto per se?: ora, banalmente, ogni momento in cui Clara dorme. Cerco di sfruttare al meglio quei momenti che, ormai raramente, mi concede durante la giornata.
Un portafortuna?: Non ce l'ho. Non l'ho mai avuto nemmeno quando ero più piccola. Per esempio, quando andavo a fare le gare di ginnastica, le altre avevano un peluche che si portavano come mascotte. Io no. Negli ultimi anni, e soprattutto quello della mia gravidanza, forse posso dire di aver dato il ruolo di portafortuna, ma più che altro amuleto, a un orsacchiotto comprato tempo fa e che avevo scelto sarebbe stato il primo gioco di mia/o figlia/o, e con cui ho dormito durante tutti questi anni.
Preferenze gastronomiche?: Eh, qui non finiamo più. Tutto quello che ha sapore di tartufo è il mio cibo preferito. Adoro i funghi, tutti. La parmigiana di melanzane. La pizza gorgonzola e rucola. In realtà pure i formaggi fanno parte dei miei cibi preferiti. E ricordo anche i tortelli alla zucca fatti dalla nonna materna, ma che purtroppo credo non assaggerò più. Ci sono i crescioni alla verza della sorella della sopra citata nonna. Il fricò della nonna paterna. Le torte della mamma. E la fiorentina di Ca' Rossi, a Savio di Cervia(Ra).
Capo preferito?: Un vestito nero, di raso, che mi ha regalato Mario tempo fa. Però è talmente bello e elegante che lo metto poco. A parte quello, stivali, panta e maglia di cotone lunga non girocollo, la mia tenuta preferita.

lunedì 1 novembre 2010

Ehi..

E mi piace dirti che sono innamorata anche da qui, mentre bevo un succo di frutta alla pera, che ti piace, in un bar molto carino e molto spartano, dove fanno delle crostate che mi ispirano dolcezza ma dall'aria troppo golosa perché io me ne conceda una fetta mentre sono qui da sola. Mi piace dirti che ti amo anche da qui, mentre fuori piove, io sono in questo bar, e il barista si è aggiunto alla lista degli ennesimi che mi hanno chiesto se sono sudamericana, e io sono dovuta uscire di casa perché Clara non riusciva a addormentarsi. Appena abbiamo varcato il portone ovviamente è crollata. Ora dorme. E io, ripeto, amo dirti che ti amo anche da qui, mentre ti penso nella luce densa di casa, che trabocca d'amore e trabocca di noi.