lunedì 30 maggio 2011

Roma capoccia der monno infame

Oggi per me, Mario e nostra figlia è il primo giorno romano dopo dieci di assenza dalla capitale italiana.
Dieci giorni vissuti a Barcellona sono bastati per rendere questa mattinata deprimente.
Roma è una magnifica città, probabilmente le più bella al mondo.
Ma è anche una città rovinata da chi la abita e da chi vi passa.
E' rovinata da chi la gestisce e da chi deve farla funzionare.


Prima di partire non ero poi così convinta di ciò.
Ma, ripeto, è bastata poco più di una settimana a Barcellona per farmi cambiare completamente idea.
Siamo rientrati ieri sera, sulle 22 eravamo a casa. Questa mattina ho subito portato Clara all'asilo perché se fosse rimasta con me non sarei nemmeno riuscita a svuotare le valige, a rimettere tutto al proprio posto e a far partire quel ciclo di circa cinque lavatrici che mi toccano.
Ovviamente, questa mattina, quando sono arrivata alla fermata dell'autobus per portarla a La piccola peste ho subito trovato uno sciopero dei mezzi pubblici a darmi il bentornata.


Nel tragitto, tra andata e ritorno (durato non meno di due ore), ho parlato con (e sentito parlare) almeno sei, sette persone. L'argomento era uno solo: quanto faccia cagare (letteralmente è stata questa la parola usata da più della metà dei miei interlocutori) questa città.
Mentre aspettavo l'autobus di ritorno ho avuto il tempo di stare un po' ferma, mio malgrado, ad aspettare il primo autobus di passaggio e a guardarmi intorno.
Qui sembra che tutti stiano correndo come matti verso non si sa cosa. C'è frenesia anche a Roma che, comunque, nei suoi tempi non è certo Milano. Tutti di corsa eppure nulla gira in modo efficace.
A Barcellona abbiamo avuto modo di accorgerci di come tutto viva sostenuto da un ritmo più blando, come tutti siano più felici (persino chi vive su una panchina, chi dorme sotto un cartone).
Abbiamo notato come tutto viva con più calma e come tutto (specie i servizi pubblici) funzioni a meraviglia.
Viene da chiedersi perché, è il minimo. Viene da chiedersi come sia possibile, almeno.


Fortunatamente l'Italia non è tutta come Roma.
Io vengo da una cittadina (comunque capoluogo di provincia) che, forse proprio perché non metropoli, funziona bene, pur con i suoi difetti e problemi.
Problemi e difetti che pure Barcellona ha, è fuori discussione.
Ma sono difetti che non intaccano la qualità e la possibilità di vita. Sono difetti che consentono di viaggiare su autobus nuovi e puliti, per esempio.
Sono difetti che regalano, comunque, aree dedicate ai giochi per bambini all'angolo di ogni strada.
Sono difetti che non ti negano di poter trovare uno spazio in un asilo nido pubblico.
Sono difetti che, se per esempio arrivi dall'Italia e vuoi lavorare a Barcellona, riesci a sbrigare tutte le pratiche in un giorno.
Sono difetti che, comunque, tutti sembrano vivere meglio. Alla città, pure nei suoi spazi vecchi, nei suoi dedali non ancora recuperati architettonicamente, è permesso vivere tranquilla.
E forse questa è l'unica cosa che conta.

venerdì 27 maggio 2011

In questi giorni

Mario mi ha rimproverata di non aver ancora scritto niente a proposito del nostro soggiorno barcellonese alla faccia dei rosiconi che vorrebbero non scrivessi più mezza parola.
Che dire?
Barcellona è una bella città sotto certi aspetti e per altri lo è meno.
Ci sono bar e locali ogni due metri, sempre tutti pieni di avventori.
Ci sono panchine dappertutto, ci sono aree giochi per bambini all'angolo di ogni strada.
C'è gente, praticamente tutta, che sembra far festa a ogni santo minuto del giorno (e della notte).
Però non c'è acqua potabile nelle case. Per noi italiani, o almeno per me (che in queste cose, alla lunga, sono un'abitudinaria) è quasi impossibile preparare un pranzo decente, con i supermercati che si ritrovano qui.
Ma gli italiani trasferiti qua che abbiamo conosciuto sembrano tutti più che entusiasti.
I servizi funzionano, ci sono scuole di quartiere che non sembrano avere problemi di accoglienza per qualsiasi bambino, la lentezza delle pratiche burocratiche non esiste. E il costo della vita non è paragonabile a quello italiano.
Sono cose che sapete già.
Non sapete, però, che al piano sotto il nostro c'è una coppia che scopa di continuo.
L'altra notte qualcuno del condominio è andato a citofonare per dire di smetterla o, perlomeno, di abbassare i toni.
Non sapete che ci ha raggiunti il fotografo/zio Carlo, e non sapete che ci stiamo divertendo molto, soprattutto Clara che, per fortuna, dove la metti sta.
Questo è quanto.
Domenica rientreremo a Roma, per un movimentato inizio di giugno...
Gli ultimi giorni di asilo per Clara, la visita di Olga, e gli ultimi giorni con Mario prima del viaggio a Las Vegas.
Perciò, mo', buon fine settimana a tutti.

martedì 17 maggio 2011

Bestie insaziabili e cavernicoli

Sono d'accordo con Bernard-Henri Lévy, con queste sue parole (oggi sul Corriere della Sera): nulla al mondo autorizza a dare così un uomo in pasto ai cani.
Non sono d'accordo, invece, quando il filosofo se la prende con il giudice del caso, che ha abbandonato Strauss-Kahn alla folla dei cacciatori di immagini, fingendo di pensare che fosse un imputato come un altro.


Allora, è vero che nessuna persona al mondo sospettata di reato (e quindi senza certezza della sua colpevolezza) andrebbe trattata ed esposta così, come succede oggi, evidentemente un po' ovunque.
C'è l'ultimo caso di Strauss-Kahn e ce ne sono parecchi in Italia, riguardanti gente più modesta e semplice, comunque in diritto di difendere la propria dignità fino all'ultimo. Penso, per esempio, a Sabrina Misseri o al marito di Melania (la donna uccisa in un bosco da non si sa chi).
Persone su cui cadono sospetti non provati, che vengono giudicati e marchiati a fuoco per il resto della vita anche se non si ha certezza di un loro coinvolgimento nei reati che li tirano in ballo.
Questo è sbagliato, non c'è discussione. E' un dramma per la vita di chi si trova nella loro situazione perché, quando e se si dovesse provare la loro innocenza, non cambierebbe nulla: rimarrebbero quelli del delitto/stupro di...


Non sono d'accordo sul trattamento da non comune imputato che Lèvy chiede per il suo amico. Forse se ci fosse più rispetto per tutti, anche per chi è sospettato di atti osceni, non si richiederebbe un differente trattamento a seconda dello status sociale.


Ma questo non c'entra con il fatto che io non creda alla cameriera del Sofitle di New York, che probabilmente non è scema e si è inventata tutto, forse addirittura dietro un lauto compenso.

martedì 10 maggio 2011

Mestieri

E sì che uno dei miei primi sogni da bambina (e poi ragazzina) su quello che avrei fatto da grande, dopo l'archeologa, era la stilista.
Archeologa perché, dopo la lettura di uno dei Piccoli Brividi (esattamente Mano di mummia, dove io sognavo di essere Gabe) mi invaghii della professione.
Periodo in cui scrissi, tra l'altro, la storia delle mie reincarnazioni. Cosa di cui ero veramente convinta.
Poi venne il disegno, e quindi la produzione di una quantità esorbitante di modelli d'abbigliamento e poi tappeti, appartamenti e case (con la conseguente iscrizione a una scuola di design industriale, non andata a buon fine).


Qualche giorno fa, mentre ero sull'autobus, mi sono vista affiancare da una Panda firmata Accademia della moda e del costume, via della Rondinella, Roma, con al volante una curiosa signora anziana, agghindata in modo splendido.
E allora mi sono rimessa a pensare a quello che avrei potuto fare e non ho fatto.
Sono andata sul loro sito e ho visto un corso simpatico.
Chissà, magari l'autunno che viene trovo la voglia e il coraggio per il test di ammissione..chissà!

lunedì 9 maggio 2011

Ordine del giorno

Lasciata Clara all'asilo volevo trovare un dentista, per il mio dente del giudizio sinistro.
Nonostante il gonfiore sia quasi scomparso rimane il dolore.
E allora mi sono messa a cercare un dentista tre Piazzale Clodio e via della Giuliana.
La zona ne è piena. Ogni due portoni ho trovato uno studio odontoiatrico.
Erano le 9.30, su per giù.
Ci fosse stato un medico in studio!!
Qui a Roma, voi romani, avete il difetto/pregio di non fare un accidente fino a una certa ora..
Così ho aspettato un po', tra uno studio e l'altro. Ma oggi c'è un vento carico di polline che anche chi non è allergico lo diventa.
Allora ho desistito e me ne sono tornata a casa.

Per il resto, preleverò Clara un po' prima del solito dall'asilo, per portarla al corso di musicainfasce, poi andrò da IoBimbo, per cercare una scorta di latte Mellin (quello artificiale che lei si è finalmente degnata di iniziare a bere, in cambio della permanenza in vita di sua madre) in vista della trasferta a Barcellona dove, il call center di Mellin, mi ha detto che non troverò i loro prodotti..mannaggia!!
In serata prevedo la proiezione, in soggiorno, di Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni del magico Woody.
Mi hanno detto non essere un gran capolavoro, ma né io né Marius l'abbiamo visto.
Perciò..buona giornata a tutti!

venerdì 6 maggio 2011

La Natura ci distruggerà

Al liceo mi innamorai del Dialogo della Natura e di un islandese.
Testo non fu mai più adatto a ogni gradino di "sviluppo" umano.
Oggi, su Venerdì di Repubblica, quel vecchio di Giorgio Bocca ci vuole raccontare che, quando anni fa andò in Valle D'Aosta per comprarvi una casa, fece la brillante osservazione che "stanno cementificando tutto, fra un po' non ci sarà più un angolo di verde".
Bravo Giorgio.
L'amico economista che lo accompagnava nella trasferta valdostana gli fece notare che lui, Bocca, altro non era che sul luogo per, appunto, comprarsi una casa, fatta dello stesso cemento che andava contestando.
Nel corso dell'articolo, poi, Bocca farnetica, domandandosi il perché delle tante potenzialità di coscienza regalate dal buon Dio alla specie umana.
"Se tu dici che la scienza e i suoi frutti sono mortiferi per l'uomo, che hai fatto a tua immagine e somiglianza, perché li hai coltivati nel giardino dell'Eden provocando la tentazione di assaggiarli?", si chiede il nostro giornalista.
E, poi, condanna pure la scienza, che con gli ultimi incidenti atomici si è rivelata un inganno per l'umanità stessa.
Fino a concludere che "l'ignoranza dell'uomo è di quelle che neppure Dio può rimproverargli: è stato lui a permetterla e a coltivarla".


Va bene, Giorgio Bocca è vecchio, forse non rilegge i suoi articoli.
Ma questo è uno di quelli fondato sul nulla, si contraddice da solo.
Anche chi non crede sa che la presenza dei frutti del peccato, nell'Eden, erano una prova che, miseramente o no, L'Uomo e La Donna non hanno superato.
Da lì a giustificare lo sfacelo che si sta compiendo su tutto il territorio mondiale (perché, per una volta tanto, quello ambientale non è un problema solo italiano) ce ne corre.


Rileggete il Dialogo, fatelo leggere ai vostri figli. Leggilo pure tu, Giorgio.

No child born to die


Qualche giorno fa avevo la tv accesa mentre giocavo con Clara.
Hanno trasmesso questo spot di Save The Children, e io mi sono messa a piangere.
Quando Clara ha visto sullo schermo quella bimba, Asha, le ha teso le braccia e ha cominciato a salutarla, come fa con tutti i bambini che vede e incontra.
E io mi sono messa a piangere, perché Clara se ne stava lì a giocare sul letto con me, mentre Asha e altri milioni di bambini muoiono come fosse niente.
Con 9 euro al mese si può fare già qualcosa.
Non voglio fare pubblicità, ma questo tema mi ha sempre toccata profondamente.
Sembrano stupidaggini, ma 9 euro mensili sono la "rinuncia" a nove caffè in un mese per noi, mentre per quei bambini sono acqua potabile, cibo e cure.
Basta poco.

Le corna su' comu li denti

Ho ancora problemi con i denti del giudizio, specialmente il sinistro.
E quando penso che il mio dentista mi disse, circa una anno fa, "tranquilla, non cresceranno più di così, perciò è inutile estrarli", beh, vorrei soltanto ucciderlo.

mercoledì 4 maggio 2011

Impressioni di maggio

Ieri siamo tornati dalla vacanza post-pasquale a Sanremo.
Sanremo la nostra, quella del sole, del vento e di un lungomare tranquillo.
Una vacanza costruttiva per Clara, giorni in cui è cresciuta tantissimo.
C'è stato il Primo Maggio, di mezzo. Un primo Primo Maggio con Clara fra le braccia.
E, di Primo Maggio, lei ha fatto il suo primo bagno in piscina. Un doppio bagno, per l'esattezza: uno con salvagente e uno aggrappata a mamma e papà.
Io, da parte mia, ho festeggiato salutando il ritorno del ciclo mestruale dopo mesi, dalla volta di quel famoso capoparto.
Mamma mia che barba, si stava così meglio senza.


Nel frattempo sembra sia morto Bin Laden. Io non so, nemmeno vedendo ci crederò..
La cosa che più mi infastidisce è la stupidità americana dei festeggiamenti.
Che festeggiano? Son tornati in vita, per caso, i loro morti dell'11 settembre?
Poi qualcuno mi ha ricordato che, comunque, gli americani sono quelli della pena di morte, quelli che assistono alle esecuzioni e poi brindano, manco avessero assistito alla cresima della nipotina, tanto per dirne una.
E allora a me fa schifo, posso dirlo?
E' una cultura che mi disgusta spesso, quella americana.
E questa volta non hanno perso occasione.