sabato 30 aprile 2011

They Love Reality

Le uniche cose divertenti, se poi così si può dire, dello sposare un reale non avendo origini (e tradizioni) nobili sono:
 a) che nelle foto della cerimonia sembrerai Cenerentola, proprio come nel cartone animato che guardavi da bambina. E ti divertirai per questo, perché penserai "caspita, l'ho fatto pure io";
b) i quattrini a disposizione. Ma su questo punto andrei un po' più cauta..perché, dopo la conoscenza del patto prematrimoniale, non so quanto Kate Middleton sarà libera di spendere (e farsi gli affari suoi);
c) ultimo, ma non meno importante, il fatto che i due possano davvero amarsi.
Che, poi, si fa sempre fatica a dire, in questi casi, che lei possa davvero amare lui.
Cioè, lei è inglese, lui è il futuro Re d'Inghilterra, con uno stuolo di ragazzette pronte a "prenderselo" in sposo..figurarsi se lei, una volta sentito l'interesse suo, possa veramente aver pensato di tirarsi indietro, per un qualsiasi motivo.
Ma chissà, magari si amano davvero. O lei è un'opportunista fortunata, tra tante: la storia del picco d'iscrizioni all'Università Saint Andrews, da parte di ragazze, dopo la notizia che William si sarebbe iscritto lì, fa veramente ridere.
Fa ridere salvo, poi, come diceva bene e male (perché dava all'idea un'impronta troppo maschilista) ieri Sallusti a Pomeriggio Cinque, far riflettere sul fascino e sull'aura magica che ancora la monarchia (dove ha una qualche importanza) esercita.
Reagala quell'atmosfera da, appunto, Cenerentola o Bella addormentata nel bosco che, nell'immaginario collettivo di madri e figlie, funziona eccome.
Così vi auguro buona Kate a tutte, confessando che, un matrimonio come quello, l'avrei odiato (e di certo l'avrà odiato pure la vera Kate, se è normale) dal profondo.

mercoledì 27 aprile 2011

In fondo al mar

Cosa c'è in quel quadrato di mare?
Me lo sono sempre chiesta, cosa ci sia nel mare.
Da bambina andavo sott'acqua e immaginavo di vedere i personaggi di Pinocchio, non so perché.
Poco fa, su questa terrazza, mi sono chiesta cosa ci sia proprio lì, sotto quel quadrato.
Non lo saprà mai nessuno.

venerdì 22 aprile 2011

Pansa, ripigliati

L'articolo di Gianpaolo Pansa apparso ieri su Libero mi ha fatta rimanere, non esagero, basita.
Parla della nomina a direttore de Il Riformista per Macaluso, 87 anni.
Pansa, di anni, ne ha 76.
Questo arzillo signore racconta, nel suo articolo, la gioia e il divertimento per il dato anagrafico.
Racconta ai giovani, soprattutto a quelli che vogliono lavorare nel campo giornalistico, che l'età è un formidabile fattore di forza.
Fa piacere sapere che, alla loro età, Pansa, Macaluso & Co. si sentano così in forma.
Fa scandalo, dal mio punto di vista, leggere un articolo simile e potersene dire d'accordo.
Pansa denuncia/racconta con gioia e divertimento dati che, a mio avviso, non lasciano che sconcerto.
Perché ci dice che solo loro, quelli attempati, possono permettersi la libertà di vivere il loro mestiere come preferiscono. Solo loro possono permettersi di dire ciò che pensano.
Solo loro hanno la capacità e la possibilità di non servire un padrone, di rendere libere le loro idee appunto perché attempati e di conseguenza ormai affrancati da qualsiasi servilismo.
Dovrebbe essere stato scritto con spirito di denuncia, e non come allegra presa di coscienza di uno stato delle cose che contribuisce alla crisi lavorativa (e non solo) dei giovani, nello specifico di giovani giornalisti.
Che rilegga il suo articolo e si faccia un esame di coscienza.
Perché se un giovane giornalista non ha possibilità di raccontare una sua idea è anche per colpa di vecchi tromboni della sua generazione.

mercoledì 20 aprile 2011

Alla fine sei, comunque, simpatico

Che, poi, dico la verità..ieri sera, guardando il servizio/carrellata sulle ultime uscite di Silvio, a Ballarò, abbiamo proprio riso. (Soprattutto con l'ultima parte del servizio).



martedì 19 aprile 2011

Art rihgts

Per come si svolge l'opera d'arte oggi parlerei di right to copy.
Finché l'opera è una scritta su un orinatoio o "robe" simili siamo tutti d'accordo, spero.
Ci vuole estro, dov'è l'estro?

sabato 16 aprile 2011

Future in the past

Gianni Morandi diceva restiamo uniti, Vittorio Arrigoni diceva restiamo umani.
Io sintetizzo con un restiamo umili.
Di fronte a tutto e con tutto.
Va bene la scienza, ok la tecnologia,  alla volontà di potere. Ma non andiamo oltre i limiti, oltre le nostre possibilità di (appunto) esseri umani.
In un momento epocale come questo il mondo ha bisogno di rimanere tale: un mondo.
Senza confini, con la volontà di plasmare le disuguaglianze, di distribuire le potenzialità, di pensare al bene proprio quanto a quello altrui.
Non è un gioco, è la vita.
In ballo ci sono le risorse fondamentali a mandare avanti questo mondo, ci sono le vite di migliaia e milioni di esseri umani come noi, c'è il nostro (del mondo occidentale) futuro stesso.
Vale la pena giocarselo per meri interessi economici di pochi, rispetto al mondo?
Restiamo umili è il monito.
Sono banale? Lo so.
Ma non lo si è mai abbastanza fino a quando chi ha potere non lo usa a dovere.

venerdì 15 aprile 2011

Vergogna.

Allora, ho accompagnato Clara all'asilo per il quarto giorno.
Lì va tutto bene e non è di questo che voglio parlare.
Sono tornata a casa e ho acceso il pc, sono andata sul Repubblica.it e mi è venuto da piangere.
La pagina online si apre, ovviamente, con la notizia della morte del povero volontario pacifista italiano, Vittorio Arrigoni, rapito da un commando di estremisti a Gaza.
Subito sotto inizia la sfilza di "notizie" riguardanti il bunga bunga di Berlusconi, con quelle ultime due oche che si dicono, adesso, scandalizzate per il bacio alla statuetta del dio Priapo e altro ancora.
Mi è venuto da piangere perché non è possibile l'accostamento o, perlomeno, non è più tollerabile.
L'accostamento tra disgrazie e disperazioni reali, tra racconti da una parte di mondo che vive momenti apocalittici, che non sa come uscirne e, dall'altra parte, le vicende di un vecchio porco che, lo spero, almeno nella sua intimità e solitudine inizi a faticare a sopportarsi da solo.
Non è possibile continuare, dopo mesi e per chissà quanto altro tempo ancora, a leggere e dare ugual rilevanza (se non maggiore) ai battibecchi tra lui, Fede e un marasma di zoccole (che, per carità, avranno fatto le loro scelte da libere donne, ma a me non interessano).
E' inaccettabile non approfondire la gravità e la drammaticità dei fatti di Gaza e dei paesi del Nord Africa, per esempio. E' inaccettabile che di fronte a drammi mondiali e a popolazioni disperate qui, in Italia, non si parli praticamente d'altro che di un vecchio pervertito, che se fosse anche solo un po' meno ricco verrebbe (lo spero) sfanculato anche dai suoi camerieri.

mercoledì 13 aprile 2011

I cambi di stagione

Ieri è stata una bella giornata di sole e vento.
Clara è andata, per la prima volta, all'asilo.
Ne abbiamo trovato uno che circa la flessibilità oraria è imbattibile.
Praticamente paghi solo le ore che fai.
Lei si è divertita e io non ne avevo dubbi.
Oggi l'ho accompagnata per il secondo giorno. Speriamo si replichi.
Anche se poi, quando torno a casa, sento di non aver ancora metabolizzato questo "distacco".
Mi chiedo se ne valga la pena, se debba sentirmi una madre degenere perché lascio mia figlia in un asilo per avere qualche ora di solitudine per me, per la spesa, per la casa e, se vuole, per Mario.
D'altra parte non è in mezzo a una strada, ma con degli altri bambini, che perora sono la sua passione.
E' così socievole che, al di là del mio "egoismo" nel lasciarla lì, sono sicura che sia una scelta importante e positiva soprattutto per lei.
Però quei dubbi mi vengono comunque.
Che dire?
Proviamo a vedere se regge la sua socialità. Io intanto preparo una crema di fagioli con frutti di mare.
Volevo prepararla con, in sottofondo, Tutti defunti tranne i morti ma non ho trovato il dvd. E allora la preparo con Branduardi, che fa sempre bene.

sabato 9 aprile 2011

Significanti

Tra gli interrogativi che la rubrica Domande di D di Repubblica ci propone oggi c'è, per esempio, vi sentite sprecati dentro di voi?
Allora il punto è se ci si possa sentire sprecati dentro la fisicità che ci imprigiona oppure  se ci si senta tali in rapporto alla vinta che si conduce.
Chi non lo è almeno un poco?
Per il semplice fatto che le vie del Signore sono infinite, e cioè che le possibilità, di soluzione di una vita, sono infinite.
Ma vanno cercate, individuate, desiderate e conquistate.
Costa non poca fatica.
E il mondo che ci ospita è così ricolmo di cose e fatti e vite che per certi aspetti può aiutarci nella nostra realizzazione, ma per altri può essere devastante.
E' come se questo marasma di gente, di cose e di fatti finisse per sommergere chiunque, per nascondere le possibilità di emergere dal caos.
Così da dare ragione a Jung, quando ha detto che una vita che non si distingue è sprecata.
Ha ragione Jung, ma non abbiamo ragione noi se gliela diamo vinta.
Quali sono, allora, le reali possibilità di distinzione oggi?
Cosa significa distinzione? E' qualcosa che corrisponde unicamente alla fama?
Cos'è che, oggigiorno, dà la forza a ragazzi giovanissimi di sentirsi già inutili e privi di scelta?
Non lo studiano Kieerkegaard a scuola? Non glielo dice nessuno che l'alternativa è la disperazione?
Ma forse non c'è nemmeno bisogno della filosofia. Probabilmente ci si arriva anche con la propria testa. E allora costa troppa fatica la strada non tanto per distinguersi ma per provare a dare un senso a se stessi?
Per provare a riconquistarsi la dignità della vita?

venerdì 8 aprile 2011

Abbagli

Vedere il tramonto da casa nostra, in questa stagione, è qualcosa di unico.
Più che altro è un percepire il tramonto.
E' per via della particolarità delle finestre che danno sul lato ponente della casa, che sono come delle feritoie con richiami a qualcosa di conventuale.
Bene, queste finestre regalano tali squarci e fasci di luce a tutta la casa, così da farla sembrare pervasa da un non so che di magico, così da regalarle una sensazione di vastità assoluta, così da fendere ogni cosa con quei raggi che sembrano miracolosi.
Queste feritoie sono alte, non si vede l'esterno ma solo la luce.
Io qualche volta mi metto in piedi agli sgabelli della cucina, per guardare cosa c'è fuori.
Vedo terrazzini fantastici, vedo un mare di gabbiani e, soprattutto, vedo la cupola del Pantheon.

giovedì 7 aprile 2011

Oggi

E Ada è un nome che mi è sempre piaciuto tanto. Da quando guardavo a ripetizione I Misteri Della Giungla Nera, da piccolina, dove la figlia dell'ufficiale inglese si chiama, appunto, Ada.
Quanto era (è) bella quella ragazzina bionda con il tika sulla fronte, rapita dalla setta dei Thugs e costretta divenirne la sacerdotessa.
Tutto ciò perché avevo detto che questa mattina avrei portato Clara (che se suo padre non si fosse chiamato Adinolfi lei si sarebbe chiamata Ada) al parco di Villa Ada.
E invece abbiamo fatto un picnic nel parco di Villa Borghese e passeggiato con Flaminia e il suo cucciolo Matisse.
Bella giornata, anche se ora la casa mi aspetta per essere ripulita da cima a fondo.
Sarei andata al cinema a vedere Il cigno nero, mentre Clara sta con la nonna paterna, ma le lavatrici da fare sono troppe, così come le stoviglie nel lavello.

Buon proseguimento a tutti.

mercoledì 6 aprile 2011

Bambini si nasce

Niente mare per me e Clara oggi.
Era l'idea che avevo ma che ho abbandonato, causa un sole che, stamattina, stentava ad abbagliarci.
Quindi siamo state nel parchetto della Città Dell'Altra Economia (che ho già pubblicizzato più volte sul blog).
Io ho preso il caffè postprandiale e un biscotto, che ho smezzato con Clara.
Lei ha fatto conoscenza con due bambini più grandi, fratello e sorella, che le hanno "rubato" prima il ciuccio poi il libro musicale della fattoria.
Il fratellino, figlio maggiore, è stato quello a darle più retta. Un biondino dalla lingua sciolta.
Ci ha seguite sui giochini nel prato, e ha chiacchierato volentieri anche con me.
Avrà avuto quattro anni.
Quando gli ho chiesto come si chiamasse mi ha risposto Scipione Borghese.
Ho riso tanto, di quelle risate che solo i bambini sanno regalarti.
Un po' come quando mio fratello, da piccolino, andava in giro dicendo di essere Totò Riina o, a piacimento, il figlio di Bossi.

martedì 5 aprile 2011

Occhio magico

Questa è solo per chi è capace di sgranare gli occhi:

Punti di vista, 2

Allora vi racconto il mio dubbio di oggi.
La domanda di fondo è: rimanerci male o no?
Devo rimanerci male se il mio uomo torna a casa e mi racconta di aver detto, parlando con alcuni amici, che Caterina Guzzanti è carina.
E mi dice che questi amici gli avrebbero risposto che sono molto più carina io.
Mi racconta tutto questo come se si fosse sorpreso della risposta degli amici.
A questo punto ribadisco la domanda: devo rimanerci male o no?

lunedì 4 aprile 2011

Punti di vista

Sull'autobus c'erano due signori che parlavano dei loro cani. Non ricordo la razza ma, da come ne parlavano, dovrebbero essere due bei cagnoni grandi.
Dicevano che sono come delle persone, che al posto dei figli loro hanno il cane.
Beh, mentre li ascoltavo ho pensato che io aspetto impaziente il giorno in cui potrò parlare con Clara e aspettarmi una sua risposta. Insomma, il giorno in cui potremo interagire come due esseri umani.
E ho concluso che avere un cane al posto di un figlio equivarrebbe ad aspettare quel giorno in eterno. Perché Clara, a quasi nove mesi, è (forse) poco più di un cane, giusto perché ha cominciato a dire un timido maaa-ma.

Prima primavera

E insomma, le giornate che ci si stanno parando davanti sembrano proprio del tipo di inizio estate. Tant'è che, ce lo dicevamo ieri sera io e Mario uscendo da teatro, c'è nell'aria quel sentore di vacanza, quella luce d'inizio luglio per cui ci si illude di essere in pieno clima vacanziero.
E invece no. Non che a me cambi clamorosamente la vita, salvo il tempo da trascorrere con Mario. E lo dico con un filino di rammarico e con un filone di divertimento.
Oggi pomeriggio, allora, accompagno Clara al pomeriggio di prova del corso MusicaInFasce.
Non ho dubbi che le piacerà e, quindi, mi preparo a iscriverla.
Poi vorrei portarla al mare, un giorno di questi, e starcene a fare i primi giochi con la sabbia.
Anche perché devo prendere la prima tintarella dell'anno.
Ho il problema di non sentirmi del tutto a mio agio in questa mezza stagione. Perché le mie potenzialità d'abbronzatura sono degne del più scuro nordafricano, e cominciare a mettere abiti più leggeri e corti, quando ancora mi sento pallida, mi fa intimidire.
Come se le gambe ancora chiare (e pure i piedi) non fossero degne d'essere mostrate.

sabato 2 aprile 2011

Km 0

Andateci, e comprate la crema di carciofi dell'Azienda Agricola Biologica Agr. Api. Bio.
Assaggiarla equivale ad addentare un cuore di carciofo.