venerdì 31 dicembre 2010

Buon anno, Clara

Questa la dedico, forse banalmente, alla mia Clara.
Gliela dedico perché, anche se lei è già qui con noi, il capodanno scorso l'ha trascorso nella mia pancia.
Gliela dedico perché è una splendida poesia.

"Amor che bello darsi al mondoQuando quest’alba esploderàVivrò nel fuoco di una stella per lasciare con te la terra"


Gliela dedico pur non condividendo questa capacità scientifica di far figliare anche chi, per natura, non può più.
Gliela dedico perché sono parole cariche d'amore e anche un po' di egoismo, componente con cui una madre si ritrova per forza a convivere, per sé e per la propria creatura.

Buon 2011, amore mio.
Anno che sarà traboccante di progressi, non solo per te.


giovedì 30 dicembre 2010

Mi piacciono le feste perché rendono la città un po' meno piena

E comunque Roma, questa mattina, era davvero splendida.
Semideserta fino alle dieci. Incredibile e bellissimo.
Ho scoperto la nuova libreria Fandango in via dei Prefetti, con annesso bar e connessa al wifi gratuito della Provincia.
Mi piace perché posso portare Clara a spasso, farla addormentare e poi venire qui con lei a studiare, a leggere. E, qui dentro, c'è un clima tropicale che consente la canottiera anche a gennaio.
Magnifico.

Lemon Tree

Non è bello scoprire così, mettendo la mano nella busta, al ritorno dal mercato, che i limoni possono avere le spine.

Cronache di Natale

E così siamo tornati a casa.
Gli auguri li abbiamo fatti tutti i parenti, e a quasi tutti gli amici.
L'altro ieri sono andata a farmi la piega dai parrucchieri cinesi che, essendo parrucchieri cinesi, lavorano anche il lunedì.
Sono bravi, e seri. Non fiatano, lavorano e basta. Probabilmente perché non sono in grado di sostenere la conversazione in italiano.
Ma comunque è qualcosa che apprezzo, visto che non sopporto le chiacchiere forzate che ci si ritrova a fare generalmente dalle parrucchiere nostrane.
Soprattutto, il taglio (con shampoo e piega) costa dodici euro, e i prodotti che usano non sono cinesi ma quelli fra i più comuni tra i coiffeurs europei.
Abbiamo visto il buon vecchio cinepanettone dell'anno (quello del Natale in Sudafrica..), addirittura uno dei peggiori tra gli ultimi, secondo me. C'è Belen Rodriguez, che è una meraviglia della natura. Ma mi è balenata in mente la convinzione che se la bella Belen misurasse, in altezza, dieci centimetri in meno sarebbe un mostro. Ha dei lineamenti talmente importanti che possono risplendere solo se su una struttura forte e slanciata.
Poi, mi sono presa una pausa dal mondo. Me ne sono davvero disinteressata, del mondo.
Non sono, comunque, arrivata in ritardo sulla scomparsa di Isabelle Caro, la povera ragazza anoressica che pochi anni fa posò per Oliviero Toscani e che, di anoressia, ci è morta.
Avevo (ho, ma non ricordo più dove) il libro in cui lei racconta la sua storia, in cui ci sono tutte le foto della campagna fatta con il famoso fotografo, in cui sono raccolte le varie critiche ricevute dalla stampa e in cui sono raccolte le email (in larga parte di insulti) ricevute da Toscani in merito al lavoro svolto.
E' un libro che parla di una ragazza, morta ora, a ventotto anni, che racconta una storia come tante.
Si, perché sono tante. Non faccio moralismi, perché questa patologia l'ho sfiorata con mano, e la via di guarigione forse nemmeno esiste. Spesso non dipende nemmeno da chi ne è vittima. Spesso puoi essere aiutato solo dalla forza di qualcuno che ti è accanto. E' una forma di dipendenza, come il fumo, come l'alcool, come altre forme di droghe.
Mi dispiace per questa ragazza come sono dispiaciuta per le vite di tante altre ragazze e altri ragazzi. E sono, troppo spesso, morti annunciate cui non si è voluto dare ascolto.
Poi, che altro è successo?
Berlusca continua a ripetere le stesse identiche cose.
Letta annuncia che Napoli sarà pulita entro la fine del 2010. La fine del 2010?! Ma è dopodomani. Cos'è, uno scherzo? Non lo sanno che Carnevale cade in febbraio?!
Da ieri pomeriggio, poi, è scomparsa un'altra quindicenne. Sembra che lo facciano apposta.
Infine, vorrei capire perché Aldo Grasso si sta sprecando a tessere lodi del "nuovo" Kalispera di Alfonso Signorini. L'ho visto, giusto una puntata, e sintetizzo così: non si può guardare. E' un Verissimo notturno, in versione isterica. Insopportabile.


Mentre scrivo guardo un film che consiglio, Il fratello più furbo di Sherlock Hlomes, lo humor è quello che piace a me e si tratta di una commedia piuttosto demenziale.

giovedì 23 dicembre 2010

Ah, c'est parfait

E così torno a Parigi. Torno nel senso che ci torniamo, io e Mario, e la piccola topina, che andrà ovviamente per la prima volta.
Torno a Parigi, città che mi è piaciuta, in quell'unica volta che ci sono stata, in gita scolastica.
Ma non si pensi alla gita scolastica classica.
Per una combinazione fortunata di professori e una combinazione particolare di noi alunni, quella non è stata una gita. E' stata più divertente di quello che sarebbe stato un puro viaggio di piacere. Cosa che poi fu anche per il viaggio d'istruzione dell'anno seguente, a Barcellona.
Parigi.
Città che, quella volta, aveva saputo accogliere bene e dare proprio habitat alle malinconie che mi avevano accompagnata.
Era freddo, e questa volta lo sarà ancora di più, ma quegli odori di cibi d'ogni tipo che viaggiano dappertutto, nella metropoli, tengono compagnia
Città che ottantasei anni fa ha visto nascere mia nonna, da genitori italiani. Città che le è sempre rimasta nel cuore e di cui, nonostante tutto, ha continuato ad avere una forte nostalgia.
Ora, Parigi, città che si traveste da gran bel regalo e splendida idea, che Mario ha avuto.

Buonanotte all'Italia

La pivellina si è addormentata, io mi faccio una milla (camo-) e poi scappo a dormire.
Ché Clara è diventata un impiego full time senza pausa pranzo. E' troppo curiosa, e si annoia. Non ci si può fermare un attimo, altrimenti urla.
E domani, poi, è giornata intensa.
Si parte in mattinata andando tutti a completare gli acquisti da Castroni, perché ho deciso che quest'anno i pensierini natalizi voglio farli tutti gastronomici. Ho già in mente cosa prendere e, così, è difficile sbagliarsi.
Nel pomeriggio c'è la visita dalla pediatra, per il bilancio mensile. Voglio chiederle info sull'inizio dello svezzamento.
Clara non ce la fa più a vederci mangiare cose di cui nemmeno una briciola è per lei.
Ci guarda implorando un assaggino, sbavando veramente come un lama.
Poverina. Oggi, mentre mangiavo una mela, gliel'ho fatta leccare un po'.
Si è illuminata, era contentissima.
Poi ho provato per la prima volta il biberon, pensando che anche questo gesto nuovo l'avrebbe divertita.
Mi sono tirata il latte manualmente, mi sono munta. Sembrava piacerle questo biberon, poi però non l'ha più voluto.
Questo è il risvolto personale di una giornata in cui ho ringraziato gli studenti, per aver fatto si che il centro di Roma fosse semideserto. Una bella passeggiata nel pomeriggio, che non sembrava affatto un pomeriggio a due giorni da Natale.
Davvero grazie, studenti. Ci voleva proprio.
Giornata in cui ho, poi, ho quasi apprezzato le parole di Barbara B., anche se penso sia troppo facile parlare dal suo punto di vista.
Non capisco, invece, cosa frulli nelle teste di Mara C. e Stefania P.
Vabbè, ho sonno. Buonanotte

mercoledì 22 dicembre 2010

Erano belli loro

Prendiamo, per esempio, queste foto.
L'unico a non essere migliorato nei panni dell'uomo adulto è Gianni Alemanno.
Veltroni era brutto pure da ragazzo, davvero brutto.
Il povero Bondi era vecchio pure da giovane.
La Russa non lo vedo bene, la foto andrebbe leggermente ingrandita. Ma quei capelli e quella barba lo rendono (ahimè) simile al tipo maschile che piace a me.
D'Alema da giovane è la Guzzanti che lo imita.


La verità è che penso che questi personaggi si ricordino bene le loro discese nelle piazze ma, molto semplicemente, essendo marcio il sistema e marcia la classe dirigente che loro stessi incarnano, non gliene importi nulla degli altri che ora protestano.
E non solamente gli studenti, punta di un iceberg molto più grande.

Bella roba

Oggi penso solamente alla ridicola Zona a Traffico Limitato di Roma.
E' davvero una vergogna che non si faccia nulla per risolvere il dramma del traffico romano.
Tutti che vanno in macchina, e si incazzano e suonano i clacson.
Ma dove andranno tutti quanti con queste macchine?
Non se ne accorgono che la situazione è insostenibile, impraticabile?!
Viaggiano incolonnati, intossicano chi marcia a piedi attorno a loro.
E' una schifezza.
Odio l'uomo contemporaneo, quello che si svegliò una mattina con in mente il mito della macchina, della velocità, dell'industria, del consumo. L'uomo cantato da quegli stronzi dei futuristi (quelli veri, non quelli di Fini).
Lo odio.
Perché ha clamorosamente fallito.
Perché ha clamorosamente reso questo mondo un accumulo di isterie e rabbia, un immondezzaio, un luogo disturbato.
E adesso guarda te, c'è pure Silvio su canale 5. Tengo il volume muto, perché Clara deve dormire. Cosa starà mai dicendo?
Io immagino che stia cantando questa.  

martedì 21 dicembre 2010

Buonanotte, anima mia

Stanotte c'è una luna piena bellissima, di quelle che sanno dare un bagliore alla notte, e sanno infondere una luce chiara che da luce nuova alle cose.
Clara ancora non vuole addormentarsi, e io ho smesso di fare pensieri su quanto io e te siamo fatti per condividerci.
Ho smesso di pensarci perché si è fatto così evidente.
Evidente lo è stato da sempre, da subito. Ma ora lo è ancora di più, mentre ti osservo impegnarti ogni giorno, appassionarti, divertirti, amarmi e amarci.
E io lo faccio con te, per te.
Adesso riposa, che domani si ricomincia.

lunedì 20 dicembre 2010

Cose che non ti aspetti

Si, mi piace accompagnare Clara a fare il vaccino.
Oggi ci è toccato il secondo richiamo della prima vaccinazione, quella esavalente, obbligatoria.
Mi piace accompagnarla perché Clara sorride a tutti, e soprattutto a tutti i bambini come lei, nella sala d'attesa. Si protende verso di loro e vorrebbe toccarli tutti, lanciando certi acuti di gioia che mi fanno morire dal ridere.
Le fanno il vaccino e lei ride a crepapelle. E' una cosa che non ci si aspetterebbe.
Ed è bello vederla così.
Mi piace accompagnarla a fare il vaccino proprio là, specialmente perché fuori dagli ambulatori, girato l'angolo e sbucati in via San Martino della Battaglia c'è un'altra cosa che non ci si aspetterebbe: si trova un bar/tabacchi da quattro soldi, di quelli che a prima vista non gli lasceresti nemmeno un centesimo per un caffè. Dentro non ha nemmeno un tavolino. Ha qualche posto a sedere fuori, sul marciapiede ma in mezzo al traffico.
La sorpresa è dentro: il barista andino ti schiaffa il miglior cappuccino di Roma, parola mia.

sabato 18 dicembre 2010

Aria di festa

E così sono tornata a Roma in veste di quasi laureata e con un nuovo taglio di capelli.
Niente di clamoroso, il taglio, ma questo ultimo esame è stato superato come si supera l'asta del salto in alto.
Qui l'asta si era alzata un pochino, preparare l'esame con Clara in braccio non è stato facile e tornare su dai miei qualche giorno prima è servito.
Ora, pensavo, è proprio vero che le illusioni hanno la capacità di vincolare le nostre percezioni in modo incredibile: Adesso che, da nemmeno una settimana, non ho più esami universitari da studiare mi sento come se avessi tanto tempo a disposizione in più, per me.
In realtà sì, ho studiato, ma mai tanto da privarmi altri svaghi.
Forse, più che altro, immagino poter riuscire a fare una cosa che, almeno negli ultimi tre anni, avevo accantonato: leggere libri scelti da me.
Probabilmente perché ho avuto tanto da leggere per gli esami ho trascurato l'aspetto di piacere della lettura, quella curiosità che porta automaticamente verso un libro, andare in biblioteca e scegliere tra ciò che è esposto così, a caso ma con un certo intuito.
In fin dei conti, è come se mi sentissi un po' in vacanza.


Poi, devo dire che questa Roma vestita di lucine natalizie mi ha sedotta e non poco.
Ieri facevo caso ai fili di luci che attraversano via del Gesù e circondario. Sono proprio belle decorazioni. Ma io sono di quelli che questo tipo di addobbi li terrebbe esposti tutto l'anno. E sono proprio io che, da bambina e anche da ragazzina, mi sarei voluta trasferire in Alto Adige perché è bello e perché pensavo che lì, con la neve e gli scarponi da sci, il Natale fosse un po' più vero. Vai a capire perché...
La cosa più tenera, quest'anno, è che sarà il primo Natale di Clara. Non so come funziona ma, forse, quest'altro anno avanzerà già pretese sui doni che Babbo Natale potrà portarle..
Comunque sia c'ha già pensato (Babbo Natale) e per lei c'è già un bel pacchetto sotto l'albero. Non vedo l'ora di aprirglielo..
Così, questa, sarà la sua prima festa.

martedì 14 dicembre 2010

Bontà sua (di Costanzo)

Non avendo potuto seguire, per ragione anagrafica, il primo Bontà loro, devo dire che, anche in questo suo ritorno, è un programma che mi piace seguire, di tanto in tanto, nonostante le difficoltà vocali con cui Costanzo convive.
Ma qualche giorno fa, per puro caso e per la prima volta, ho letto i titoli di coda e, in veste di coautore, ho letto il nome di Diaco.
Ebbene sì, proprio Pigi Diaco.
Bleah.
Questa trasmissione continua a piacermi ma, forse, mi piace un po' di meno.

Piccole donne crescono

Prima ero dalla ginecologa e, ovviamente, avevo anche Clara con me.
Nella sala d'attesa c'erano tre donne incinte, tutte più o meno vicino al termine di gravidanza.
Guardando le loro pance ammetto di aver fatto fatica a rimmedesimarmi in loro.
Guardavo quelle pance e, poi, guardavo Clara.
Mi è sembrata già così grande, così cresciuta.
Ok, conta quindici centimetri in più rispetto a quando è nata. Ma mi sono chiesta come sia stato possibile che si trovasse nella mia pancia, tutta raggomitolata, anche quando di centimetri ne misurava "solo" cinquantadue. E mi sono chiesta come abbia fatto a uscirsene da , spingendo con quella testolina, con quel suo corpicino.
E, alla fine, ho pensato che non dimenticherò mai, appena l'ho vista sbucare fuori, quella boccuccia che mi è apparsa subito così carnosa, dalle labbra scure e avide nel cercare cibo, una volta appoggiata sul mio petto.

Ma non scherziamo

Siamo seri, non è solo e semplicemente una schifezza?
Guardare le immagini che arrivano da Camera e Senato mi fa un certo effetto negativo, quasi di disgusto.
Un branco di cialtroni, di chiacchieroni che parlano parlano e parlano, a vuoto.
Riversano fiumi di parole delle più banali, delle più inutili.
Amano perdere tempo, amano non fare un cazzo, amano ripetere le stesse cose, sempre, e amano il loro stipendio, l'idea di arrivare alla pensione parlamentare.
È uno schifo perché, tra le centinaia che sono, a un solo pugno di persone interessa sul serio lavorare per il Paese.
Ma forse non ci si dovrebbe poi nemmeno arrabbiare.
Gli italiani (gli uomini più in generale, probabilmente) sono fatti così.
La classe dirigente è fatta da italiani. Perciò...
L'esempio di chi si è fatto pagare per votare contro la sfiducia è emblema di un'umanità rivoltante.
E, poi, tutta la gente che se ne sta a seguire minuto per minuto questa manica di rimbambiti che si accapiglia in Aula, si insulta che nemmeno allo stadio.
Che tanto, pure se cade Berlusconi, che succede?
Niente. Le elezioni le vince nuovamente.
Se le dovesse vincere la sinistra (sinistra!?) saremmo nello stesso brodo.
Perché quelli che ci sono, sono tutti uguali.
E quindi, se ne andassero tutti aff.....o

venerdì 10 dicembre 2010

Punti (e virgole) di vista

E, insomma, prima mi è capitato di ascoltare le chiacchiere di una signora che, parlando con l'amica, lamentava il fatto di non aver potuto "dare la sufficienza a chi non sapeva mettere la punteggiatura".
Io ho pensato giusto, altrimenti questi bambini vengono su tutti analfabeti.
Poi, però, ho sentito la sua amica risponderle che "ancora ancora fossero stati dei bambini alle elementari, ma a un esame da Procuratore è proprio una vergogna!".
Allora ho pensato, di nuovo, giusto, ma se il problema della Giustizia fosse "solo" quello della punteggiatura andrebbe grassa.

Proposte culinarie

Per variare un poco il menù del cenone, la sera dell'ultimo dell'anno, questa idea non sembra affatto male.
Idea semplice, quasi da Cotto e mangiato.
Che ne dici, capo?

Voglie

Lo ripeto pure qui:
avrei una voglia matta di mangiare una vaschetta di gelato. Ma non un gelato qualsiasi, vorrei proprio lo zabaione di San Crispino, quello al marsala Vecchio Samperi.
Perché? Non lo so.
So solo che ha un sapore paradisiaco.
Per questo, forse, mi basterebbe anche solo un bacio al sapore di ZabaioneAlVecchioSamperi, ma non un bacio qualsiasi, vorrei proprio un bacio di Mario.
Perché? Non lo so.
So solo che lo amo anche per i suoi baci.

giovedì 9 dicembre 2010

We want sex

Ieri sono tornata al cinema dopo un paio di mesi.
Ho visto We want sex, perché è dello stesso regista de L'erba di Grace, che sembrava avermi divertita abbastanza, e perché il trailer sembrava promettere una commedia di quelle che si, non saranno il film dell'anno, ma non ti pentirai d'averle viste.
Promessa da marinaio.
Film debole e troppo semplicistico per la storia che vuole raccontare.
L'insurrezione delle operaie di uno stabilimento Ford, nell'Inghilterra del '68, che organizzano uno sciopero per ottenere un salario pari a quello percepito dagli uomini.
Il massimo che si può cogliere, nel film, del loro disagio è qualche goccia che filtra dal soffitto dell'edificio in cui lavorano e che pecca, per così dire, in manutenzione.
Per il resto, queste operaie, se ne vanno in giro conciate che nemmeno Twiggy negli scatti migliori.
Tutto poco credibile.
Insomma, sono tutt'altro che femminista, ma ci sono argomenti e episodi che non possono essere trattati bene in un filmetto dal finale così tirato via.
E è un peccato, perché nei titoli di coda scorrono contributi dell'epoca, testimonianze audio e video delle reali protagoniste della vicenda.
L'unica cosa interessante è stata la riscoperta di un'attrice di cui mi sono innamorata, Rosamund Pike, rigorosamente under '70 e che avremo il piacere di ritrovare, a breve, ne La versione di Barney. Bella e brava.
E, poi, una battuta carina, recitata ad inizio film, quando un'operaia con due tette enormi risponde a una piattissima con un proverbiale: "almeno io non ho le tette che sembrano punture d'ape".
voto: 4

mercoledì 8 dicembre 2010

Non vi lascerò più sole.

Rilke ha detto che loro sono di una solitudine infinita.
E, infatti, aveva ragione.
C'è un malloppo di tele, qua.
Sono sette, otto, non lo so più.
Dovrei solamente contarle, ma ora non ho tempo.
Hanno raccolto un po' di polvere in questi anni, e mandarla via non sarà facile.
Alcune non mi dispiacciono affatto, perciò mi stupisco non ricordando il motivo per cui sono rimaste incomplete.
Ci sono teste, mani, capelli. Grovigli di mani e intrecci di capelli.
Perché mi piaceva molto Klimt. Mi piacevano le figurazioni da Secessione viennese, così ne ho prodotte una serie, figurazioni tutte dello stesso tipo.
Le mani alla Klimt, i corpi in volo su nuvole e arie di gessetto.
Alcune traboccano di colori, altre sono solo seppia.

Mi chiedo ancora il perché dell'incostanza che me le ha fatte accantonare dietro a un armadio. Eppure di sentimenti ne ero piena anche allora.
Forse, poi, avevo trovato altro da fare, chissà.
Ora, stavo pensando, sarebbe bello ricominciare.
Ok, chiudo questo benedetto ultimo esame che mi è rimasto per la laurea e trovo il tempo per ricominciare, e ombreggiare quei volti, chiudere i contorni di quelle schiene, dare volume a quelle natiche, regalare una brezza nuova a quelle atmosfere, marcare le sinuosità dei fisici e la sensualità di quelle giovani attorcigliate.
Gli occhi (quei pochi che non ho ridotto a incavi come quelli di Wildt) sono quasi tutti persi, alcuni osano spingersi a guardare un po' più in là, sorretti da colli impegnati in torsioni verso l'indietro, dove ci sono le case all'Estaque che bruciano di rosso.
Devo assolutamente spolverarle, queste tele.

lunedì 6 dicembre 2010

Odile è pure un bel nome

Non capisco se mi piaccia o meno il fatto che una donna del suo calibro si conci così.
O, forse, proprio perché è di quel calibro, può conciarsi così. 
Detto questo, il suo Macro, quello di via Nizza, è splendido.

Rosso, bel tempo si spera

Riscopro, puntualmente, i piccoli piaceri che solo il freddo invernale sa regalare.
Per esempio, io amo, alla mattina, accendere la lampada che dovrebbe stare sul comodino e che, invece, tengo sul pavimento accanto al letto.
Dicevo, amo accenderla e farle "guardare" quella specie di mobiletto da ufficio che uso in veste di comodino, rosso.
Amo girare la lampada verso il comodino rosso, appunto, perché infonde alla stanza da letto una sommessa luce rossa che, oltre ad avere il potere di stimolare pensieri a luci rosse, regala la sensazione di calore propria dei rifugi in inverno.
E poi qui ci sono anche le coperte rosse che, grazie alla luce di cui ho parlato, verrebbero fuori certi dipinti dei quali, con il rosso della veste di San Girolamo, persino Caravaggio non ha saputo essere all'altezza.

domenica 5 dicembre 2010

Pelle mista, altro tipo di discorso

Questo Corriere.it mi mette un po' a disagio:


SVOLTA NELLE INDAGINI

Yara, immigrato fermato per omicidio
«Allah mi perdoni, non l'ho uccisa io»


Bloccato su un traghetto
Brembate, cartelli minacciosi
Ma il sindaco: «No a caccia all'uomo» 

15:50   CRONACHE Il fermato è un operaio marocchino di 23 anni. Decisiva un'intercettazione
A LAMEZIA TERME

Piomba sui ciclisti: 7 morti
Alla guida drogato|Le foto

Auto piomba su ciclisti: otto morti
15:56  CRONACHEDramma in Calabria: l'uomo, a bordo di una Mercedes, fermato: è un marocchino senza patenteMappa

Non è una bella cosa che i termini immigrato e marocchino siano, ormai, sinonimo di delinquente.

Pelle mista

Eh, capirai che scoop..
Pure io se fossi ai Caraibi mi spoglierei.


P.s.: il naturismo mi interessa sempre di più.

I hate shopping

Perché ho il desiderio continuo di comprare vestiti ma, quando vado per negozi, è più facile che un cammello passi tra i camerini di prova piuttosto che io trovi qualcosa di convincente da acquistare?
Con le scarpe mi trovo meglio. Comprerei più della metà dei modelli che vedo nelle vetrine o che trovo nei negozi.
Ma riguardo all'abbigliamento il discorso è sempre opposto. 
Perché?

martedì 30 novembre 2010

Un saluto

Perché nel gesto di Mario Monicelli non vedo solo una scelta, quella del come porre fine alla propria esistenza.
Vi trovo qualcosa di più, di più forte.
Paradossalmente, uno slancio vitale.

lunedì 29 novembre 2010

Fiato sprecato

Ammetto di fare fatica a credere che, ancora, per qualcuno possa essere interessante quel lato di Berlusconi.
Cioè, perché continuano a dare tanta importanza a cose di cui lui non si imbarazza, di cui non importa un accidente a chi lo vota e, ormai, anche a chi non lo sopporta?
Ci sarebbero, forse, cumuli più seri in cui andare a scavare.


E loro hanno perfettamente ragione.

domenica 28 novembre 2010

Pensieri musicali


Anche se mi dicono che mi sbaglio, perché Via con me deve essere dedicata da un uomo a una donna e non il contrario, ho trovato che ieri, su D di Repubblica, Guia Soncini avesse proprio ragione.
E quella di Paolo Conte sia (è l'unica cosa che conta) una gran bella canzone.

E, quindi, questa è per te, Mario.
Per noi, se preferisci.

sabato 27 novembre 2010

Giornate impaginate

Studiare Picasso, i suoi inizi e i suoi disegni, mi fa sempre tornare in mente il profumo del primo viaggio a Barcellona. La gita scolastica. Un viaggio di piacere. Quasi più che se fossimo stati per conto nostro.
E quel viaggio, in particolare, ha visto luoghi d'incanto.
Un palazzo ricoperto d'edera e colmo di magie surrealiste, al suo interno. Il mio preferito.
Soffiava un vento pungente ma abbiamo visto sempre il sole.
Ad Arles abbiamo mangiato le crepes più buone, e abbiamo fatto la partita di pallone più divertente.

L'arte ha avuto sempre il potere di rapirmi. Per questo mi sento un po' a disagio, ora che per questo ultimo esame mi trovo a arrancare verso l'ultima pagina del libro.
Sarà il peso delle scadenze che sento sulle spalle, può darsi. Sarà la piccolina che non mi lascia molto tempo anzi, non me ne lascia per niente.
Fatto sta che non mi piace vivere tutto questo come un obbligo.

Ora penso che vorrei essere una delle pitture spettrali, provocatorie e disinibite di Alberto Martini.
Pure la Marchesa lo è stata.

venerdì 26 novembre 2010

Ti amo

Pistacchina, pivellina, pisolina, tortellina, maccheroncina, culettina, pelatina, sdentatina, pannolina, pernacchina, tortorina, ruttina, pistolina..
Può darsi che me ne vengano in mente anche altri.
Questa sei tu. O meglio, questi sono i nomignoli con cui ti ho chiamata fino a oggi, nomi che mi hai ispirato tu.
Perché ti osservo e ti vedo assumere certe espressioni che ti fanno così simile a un cartone animato, a un'illustrazione per l'infanzia.


















Sei simpatica, bimbetta mia.
Lo sei, e lo sarai ancor di più.

Esigenze

-Esco che devo comprare delle cose. Lascio qui la bambina.
-Ok.
-E se invece la prendo su e la riparo dal freddo con il parapioggia?
-Noooo. Non è l'ora per uscire con un bambino a questa stagione! Bisogna uscire quando c'è il sole. Questa è proprio l'ora più fredda.
-Ho capito, ma io a camminare senza niente in mano, cioè senza portare il passeggino, non mi sento più a mio agio.

giovedì 25 novembre 2010

Se fosse un monologo sarebbe così..

Mi piace venire a sapere quello che gli altri dicono di me.
È una mia forma di vanità, forse l'unica e forse anche piuttosto banale. Il solo mio difetto, però, è che poi vorrei correggerli o rispondergli per le rime, e talvolta questo non va bene.
È che non sopporto il genere di sciatteria, di qualunquismo, di riduzione a "tanto si sa com'è e perché è così" di una persona, quando si fanno questo tipo di discorsi.
Recentemente mi è capitato di leggere alcune righe, una sentenza lapidaria sulla mia esperienza.
Esperienza così, in generale, non si sa bene di quale specie.
E ovviamente, data la mia giovane età, si presupponeva che io di esperienza ne avessi assai poca.
La mia domanda, allora, è spontanea e inevitabile: a quale genere di esperienza ci si stava riferendo? Lavorativa? Sociale? Sessuale? Che tipo di esperienza?
La sentenza era data da una signora, un'appena ex ragazza, che si raccomandava con il mio compagno di trattarmi bene, di non travolgermi, dal momento che, essendo io così giovane, lui è in possesso di un'esperienza almeno cento volte superiore alla mia.
Ok, respiro, rifletto, boh.
Esperienza. Scappo verso il dizionario. Anzi no, Wikipedia! Che ci spiega come l'esperienza comprende la conoscenza (ovvero la capacità, ovvero ancora l'osservazione) di una cosa o di un evento, o di un fenomeno, ottenuta tramite il coinvolgimento in, l'esposizione a o l'osservazione di quella cosa o quell'evento.
Benissimo, sono giovane, ma sono stata coinvolta in, esposta a e in osservazione di molte situazioni e persone adulte. Le ho conosciute e le ho esperite. Ma continua Wikipedia, la maggior parte dell'esperienza viene generalmente accumulata con l'avanzare del tempo, sebbene si possa esperire anche un singolo evento repentino. Il termine viene generalmente utilizzato in riferimento al cosiddetto know-how ovvero alla conoscenza procedurale, piuttosto che alla conoscenza proposizionale. La storia del termine "esperienza" si allinea molto da vicino con il concetto di esperimento.
Ne ho fatti di esperimenti, anche se non ben riusciti. L'unico a aver avuto esito positivo è stato la gravidanza e la genitorialità. Che, però, quella signora non vanta nel suo curriculum. E, la gravidanza in sé, poi, non la vanta nemmeno il mio compagno che è tanto più esperto di me.
In filosofia, il termine è invece utilizzato spesso in riferimento alla "conoscenza empirica", ovvero "conoscenza a posteriori". Si è soliti chiamare esperto una persona che abbia saputo trarre profitto dalle sue od altrui vicissitudini personali, migliorando così le sue capacità di decisione.
E da quegli esperimenti, pur mal riusciti, ho tratto profitti e lezioni. Altrimenti non sarei qui.
Le principali qualità degli esperti sembrano essere il notevole sviluppo delle abilità percettivo-attentive, la capacità di semplificare, quella di selezionare le situazioni dal punto di vista decisionale, una maggior creatività, il ricorso ad automatismi cognitivi, la capacità di reazione alle eccezioni a strategie.
Quelle lezioni mi sono servite a sviluppare e accrescere un livello d'attenzione utile a sopravvivere, a tenere la guardia alta.
Tra gli ostacoli che impediscono un valido processo di soluzione dei problemi (cioè il formarsi dell'esperto) figurano l'indecisione, l'abitudine (vale a dire la persistenza di una disposizione abituale verso una soluzione che magari è stata valida un tempo, ma non lo è più attualmente), l'incapacità di scorgere alternative.
E mi sono servite, queste lezioni, a farmi sorridere pensando a quella donna e a quelli come lei, maschi e femmine. Che parlano, parlano, si perdono in chiacchiere. Si divertono a raccontarsi storie, a inventarsi episodi e, perché no, esperienze.
Mi sono servite a sorridere di fronte a chi si dice affannato, oberato da impegni e lavoro, ma felice della propria vita e poi si perde in altre chiacchiere, perché evidentemente quello che ha non gli è sufficiente. E, ancora, sono servite a sorridere a chi dice una cosa al posto di un'altra perché è distratto, o perché non gli importa. E ho riso di me stessa, perché anche io sono stata così, a grandi linee.
Ma fortunatamente, proprio grazie alle mie esperienze, ora posso chiamarmi fuori da quella cerchia di persone, che poi in realtà è ampia.
Semplicemente posso chiamarmene fuori. Non per austerità, tutt'altro. Solo perché innamorata e concentrata su questo, perché questo è già tutto. Incapace di distrazioni, e non per mancanza di esperienza, cara la mia signora. Incapace di distrazioni perché felice e appagata da quello che ha, senza sentirsi stupida per questo.
Perché amare il proprio uomo non significa essere stupidi, essere inesperti o, addirittura, masochisti. Il masochismo è componente di ben altre situazioni.
E lo sono stata, masochista. Ma ora non più.
Sono solo seria, incredibilmente seria nei confronti di quello che ho conquistato.
Se non lo si capisce è perché non si ha esperienza di ciò di cui parlo.

P.s.: spesso poi mi rileggo, e mi passa la voglia di pubblicare quanto scritto. Ma ora fuori è freddo, fa buio presto, io ho altro da fare, la bambina sta facendo i capricci e sento di avere ragione.
Fanculo, ecco quello che penso.

mercoledì 24 novembre 2010

Gli inizi del 2000

Mi è venuto in mente che di quegli anni non abbiamo nemmeno una fotografia.
Non è che non ne sono rimaste: non ne sono proprio mai state fatte.
Com'è possibile? Eppure ci divertivamo tanto, eravamo sempre insieme.
Adesso, se guardo i profili facebook di chi ha la nostra età di allora, vedo che tutti si fanno fotografie, continuamente.
E allora noi? Nessuna fotografia solo perché ancora non c'era facebook?
Credo di no. Probabilmente è perché tutto ci sembrava infinito.

La noia

-Lascia perdere il gioco.
Il fatto è che le persone si annoiano molto, e questo mi dispiace. Mi dispiace più per me che per loro, è chiaro. Ma se tutti potessero trovare una base, non sarebbe meglio?
Anziché perdere tempo e rendersi inutili con stupidi trastulli. Per esempio, a me non riuscirebbe a venire in mente nulla di simile, e non ne avrei proprio voglia.
-Che c'entra, tu sei felice.
-Ho capito, ma mica devo pagarla io la
loro infelicità.

-Perché?
-Perché poi cercano sempre di fare comunella con la noia di qualcuno.
E il problema è che non ci provano con la mia, non più.

martedì 23 novembre 2010

The Week, the beginning

E quindi siamo arrivati al grande momento, l'uscita in edicola di The Week (da giovedì 25 nelle edicole di Roma e da venerdì 26 in quelle del resto d'Italia) il nuovo settimanale figlio delle brillanti idee dell'uomo che amo.
Questo è il primo progetto lavorativo interamente ideato da lui (e assieme a una squadra di colleghi e amici) che mi sono trovata a vivere giorno per giorno, dal concepimento di un'idea alla pubblicazione, al suo fianco, completamente.
Nel passato recente abbiamo assistito alla nascita di RedTv (con le conseguenze che tutti sanno), c'è stato il periodo di incertezza se Adinolfi avrebbe partecipato o meno al reality di Canale 5 La TalpaC'è stato, poi, il decollo di una carriera pokeristica da professionista.
Ecco, c'ero anche in quei momenti, ma un po' in disparte.
Ora, che la nostra vita ha preso una certa piega e mi trovo veramente a vivere la quotidianità con Mario, beh, sono felice e orgogliosa (anche se suona banale) di poter osservare dalla prima fila questo splendido lavoro che si sta compiendo (con il resto del team), figlio di una passione per l'impegno vero e proprio.
Perché una delle cose che ammiro, in Mario, è la capacità di impegnarsi, di prendersi un impegno, anche a suo rischio e pericolo, e provare a riuscire veramente nell'intento, senza risparmiarsi in nulla (e questo no, non è banale).
In questo caso, comunque, credo che la redazione meriti un sostegno incondizionato, perché ambasciatrice della causa di queste ultime generazioni, e di quelle a venire.
In bocca al lupo ragazzi.

Da un ricordo all'altro

Ogni volta che ricevo via email, ne ignoro il motivo, la pubblicità della Avon che mi chiede se voglio diventarne rappresentante, lo ammetto, mi emoziono un po'.
Perché si fa inevitabile pensare a Edward mani di forbice e alla sua "signora Avon".
E se penso a quel film, si fa inevitabile che mi emozioni pensando a come era bello Vincent Price e, da bambina cresciuta a pane e The Nightmer Before Christmas, diviene inevitabile pensare quanto sia grata a Tim Burton per questi piccoli splendori:

lunedì 22 novembre 2010

Meccano-mondo

Ma mettendo colonnine elettroniche pure nelle biblioteche, colonnine che tramite tessera con codice a barre consentono di registrare il prestito e la riconsegna (self-service) del libro, non si starà esagerando?
Cioè, pure nelle biblioteche (oh, Madonna! Nelle biblioteche!) abbiamo così tanta fretta di sbrigarcela da soli a tu per tu con un computer?
Io no, e quindi:
-vuole provare il nuovo tipo di prestito elettronico?
-no, per carità. Non sono capace.
In realtà, il motivo è che impazzisco per le biblioteche (forse un giorno analizzerò il perché) e per il momento in cui il bibliotecario/la bibliotecaria va alla ricerca del libro che chiedo. E, poi, il momento in cui registra il prestito.
Li osservo quasi in estasi.
Fortunatamente nelle mie biblioteche preferite (una e due) le colonnine elettroniche non entreranno facilmente.

venerdì 19 novembre 2010

No way back

Di componenti infantili accetto solo quelle spiritose e innocue.
Non quelle delle mezze verità, delle prese in giro, del fare tanto per fare o dire tanto per dire.
Queste no, non mi piacciono, non hanno o danno valore, rendono tutto peggiore, e nessuno di noi due può permetterselo più.
Ci siamo messi su un binario ben preciso.
E dai binari non si sbanda. Se lo si fa, si deraglia irrimediabilmente.
Quindi la via è una sola, e l'abbiamo scelta noi.
Perciò giochiamo senza terzi, che tu e io ci bastiamo da soli.


Questo disse la vacca al mulo.

mercoledì 17 novembre 2010

Musiche e musical

Sono tanti i motivi per cui, nell'eventualità dovesse essere girato, parteciperei ai provini per il musical sul pasticcere trotzkista.

C'è come Silvio Orlando molleggia sulle gambe.
Ci sono gli abiti delle pasticcere, belli, cartoneschi, così come le torte.
C'è il modo in cui le pasticcere sbattono il matterello a ritmo di musica.
C'è la musica stessa, che ti fa capire perché Silvio Orlando molleggia in quel modo.
Ci sono i fischiettii.
E, poi, c'è che Nanni Moretti, conciato per le feste con casco, occhiali da sole e mantella, insieme al resto dello staff, si muove in modo troppo contagioso.