domenica 31 ottobre 2010

Ucci ucci..

Leggo che esiste pure il mestiere di annusatore di città.
Boh!A me, fra un po', sembra di non poter nemmeno più uscire di casa, e c'è chi si annusa le città. E va bene, ci sono gli odori culinari, e quindi forni e pasticcerie, braci e mercati del pesce, caldarroste o qualcosa di unto agli angoli delle strade, ristoranti sempre operativi nelle grandi città, la torrefazione come quella del S.Eustachio.
Sono odori, tutti questi, ok. Sono odori buoni.
Poi vengono gli odori puzzolenti.
E riflettevo proprio ieri su come non si riesca più a fare un metro, camminando all'aperto, senza che qualche odore ci otturi il naso e ci intossichi un poco alla volta.
Forse ora che ho una figlia faccio molto più caso a tutto quello che sento/odoro.
Per esempio, nel centro storico, qua, girano mezzi che nemmeno nel primo dopo guerra, lasciando nubi tossiche e nebbie irrespirabili nell'aria attorno. Danno fastidio a me, di conseguenza penso alla mia bambina.
Ma, d'altra parte, lo dicevo l'altro ieri: siamo solo un branco di stronzi.

sabato 30 ottobre 2010

Ma che ora è?

Si parla sempre di cose inutili. E quindi mi chiedo come mai non si trovi in rete qualcosa che tratti la spinosa (temo) relazione tra ora solare e neonati (ma anche bambini piccoli in generale).
Clara s'è appena addormentata, e mi dispiacerà alzarmi alle 5.30 anziché alle 6.30, questa prossima mattina...
E, in più, pensavo che l'unico aspetto interessante della questione è l'ora di sonno che (figli permettendo) si guadagna la notte del cambio d'ora. Per il resto, vedere già dalle 17 il giorno imbrunirsi non mi è mai piaciuto, a parte in tempi lontani, quando l'allenamento iniziava a quell'ora, e il buio la faceva sembrare un'ora così tarda da far sembrare quasi finito il giorno e render tutto meno faticoso.

venerdì 29 ottobre 2010

Parlami di te bella signora

L'altro giorno, sull'autobus, ho visto una bellissima signora. Avrà avuto circa settantacinque anni, e com'era bella.
I capelli fermi, in una piega d'altri tempi, classica, perfetta.
La fronte alta, sopra a un piccolo naso, sottile, leggermente aquilino ma non a punta.
Le mani magre, vecchie ma lisce e morbide già alla vista. E come muoveva quelle mani mentre, da un'altrettanto bella borsa in pelle, tirava fuori quella che presumo fosse la sua posta.
Mani ricche di anelli antichi, monili di chi sa quale passato deve aver vissuto quella bocca ancora piena, alla sua età.
Bella, vecchia e bella nell'esserlo così felicemente.
L'ho associata a Madame degli Aristogatti. Anche se la mia signora dell'autobus ha già stravinto. Piacerebbe anche a me diventare così. E se così fosse mi piacerebbe quasi esserlo già.

giovedì 28 ottobre 2010

Un branco di stronzi

Qui alla fermata dell'autobus di via del Corso vedo solo un branco di stronzi in movimento. Tutti quelli che mi passano davanti o mi si fermano di fianco.
Non so, io se vedo una neonata nel passeggino che rischia d'essere falciata dalle automobili per strada magari mi faccio un po' più in là sul marciapiede. Se passo di fianco a una neonata con un orripilante cane in braccio come minimo mi preoccupo che la sua coda non le accarezzi tutta la faccia. Idem, se sto fumando, cerco di nom spegnerla il mozzicone in una guancia.
La verità è che siamo tutti un branco di stronzi.

Da dove posso passare?

Da qualche giorno, a casa, siamo senza connessione Internet, perché abbiamo superato il limite mensile consentito. Perciò mi sono ritrovata a navigare con l'IPad, che non mi fa impazzire e che trovo scomodo per la scrittura.
Ma fa niente.
Stamattina volevo ero uscita con il buon proposito di andare finalmente alla Galleria d'Arte Moderna. Ho preso su pure il mio quaderno degli appunti per studiare meglio tanto, ho pensato, la Clara starà bene anche nel passeggino, senza bisogno che la tenga nel marsupio, si addormenterà e io farò il mio giusto ripasso tra neoclassici, macchiaioli & co.
Macchè!
Alla mitiva GNAM sono così moderni che con il passeggino non sono riuscita a accedere alla biglietteria e, di conseguenza, alla galleria.
Ho seguito le indicazioni di entrata per disabili e mi sono ritrovata davanti a un ascensore che al piano -1 raggiunge la toilette, al piano 1 il bar e al piano l'ultima sala della galleria dove si trova uno dei guardiani che ti dice -eh ma lei per fare il biglietto può passare solo dall'altre parte.
Ho capito,ma dall'altra parte c'è una scalinata di almeno 50 gradini da fare e io ho il passeggino...poi lui aggiunge che non può farmi passare internamente perché ci sono comunque delle scale da fare.
Ma allora io mi chiedo, perché gli handicappati li fate passare da dove non riusciranno a fare il biglietto e dopo aver affrontato una salita , per giunta in mezzo al traffico, per raggiungere quell'inutile ascensore?!
Oddio..inutile ascensore forse no: questa scampagnata, oltre che a farmi dire "torno nel pomeriggio con la pupa nel marsupio", mi è servita anche per raggiungere, al piano -1, la toilette...utilissima...

116, l'autobus

L'autobus 116 è uno dei miei preferiti. Fa un bel giro lungo il centro e, soprattutto, passa sotto casa e va fino al Parco di Villa Borghese.
Fa così un bel giro che transita pure per Piazza Colonna.
Stamattina, di buon mattino, ero su questo santo 116 con la figlia. C'era una giovane coppietta di innamorati, non ho capito se stessero facendo buco a scuola oppure fossero già due universitari fancazzisti.
Mentre transitiamo per, appunto, Piazza Colonna lei fa -ah, ecco..questa che è ggià?'A colonna di..? E lui, prontamente -Beh,è l'arco di...
E lei -No, questo nun è 'n'arco!È fatto come 'na colonna..Dai,la colonna de quel tizio..

Va beh, forse era l'aria frizzante di questa mattina, ma prendere l'autobus è comunque divertente.

Chi presto comincia è a metà dell'opera

Che ti vuoi aspettare se un bambino di circa quattro anni, e che ancora non scandisce bene quello che dice, è al parco con la tata (senz'altro filippina) che prendendolo in braccio lo rimprovera -se ti rotoli ancora nel fango andiamo a casa. E lui risponde che più chiaro non si può, mentre si dimena e scalcia e picchia quella poveretta -NO!BASTA! BRUTTA STUPIDA SCEMA!
Io basita, la signora seduta al mio fianco pure, la filippina non si scompone, rimette lo stronzetto per terra e lo lascia lordarsi completamente.
Boh.

martedì 26 ottobre 2010

Una cosa di cui sono stata sempre certa, tra i miei pensieri, è che amare e essere innamorata siano quanto di meglio si possa chiedere alla vita.
Cioè, a me è sempre bastato il mio amore.
Non mi è mai importato di essere ricambiata con altrettanto trasporto, perché ero convinta che tutta la gioia mi arrivasse dalla mia condizione di innamorata, dal mio amare incondizionatamente, senza bisogno che l'altro arrivasse a un pari sentimento.
Ora che il mio essere donna ha compiuto un forte balzo in avanti, con la gravidanza, con l'essere madre e compagna di una quotidianità non banale, so che la capacità del mio amore è aumentata e potrebbe continuare a bastare, anche per me stessa.
Era così e lo è stato, per gran parte del mio tempo.

Adesso, però, nelle mie giornate mi spremo, sudo, mi stanco e è solo l'inizio.
Ma quando fa buio, e ti fermi anche tu, sento chiara la ragione che mi ha portata qui, ho ancora voglia di dirti che ti voglio bene e il bisogno di essere coccolata, almeno un attimo, anche solo per sentirmi dire che stai bene.

domenica 24 ottobre 2010

D'amore di morte e di altre sciocchezze*

Su D di Repubblica di sabato, 23 ottobre, alla rubrica DOMANDE ci si chiede: "Due persone che si sono desiderate reciprocamente e con grande passione e che non se lo sono mai confessato per insicurezza o altro e lo scoprono dopo anni, meritano almeno una pensione di invalidità?".

Beh, credo di si.
Quella sera di gennaio non avrebbe avuto senso se non ti avessi cercato, se non ti avessi confessato immediatamente il mio desiderio.
Se penso che quella sera, poi, ha dato senso al resto della mia vita, sorrido.
Non avrei mai potuto tacere una grande passione, non l'ho fatto, mai.
E del resto non ne avrei avuto coraggio, come se rinunciarci fosse equivalso a rinunciare a un pezzo (e, diciamo, neanche il più sfigato) della vita, che adesso comunque è la migliore possibile, grazie a te.
La posta in gioco è troppo alta, se c'è una grande passione di mezzo.
E' un sentimento troppo necessario a far si che una vita da comune mortale non vada sprecata in cose sterili e banali.
E, soprattutto, se quella sera non ti avessi cercato, la mia vita sarebbe stata veramente e gravemente invalidata.


Sempre sullo stesso numero di D di Repubblica, in un diverso servizio (circa una serie tv Usa che parla di cancro) si considera che: "La vita in fondo è sempre un equilibrio tra sopravvivenza e divertimento. E il tempo ha un ruolo centrale. Se poi sai quanto te ne resta, cambiano le tue priorità, le amicizie, i rapporti familiari".
Ma io credo che in realtà tutti sappiano quanto tempo gli resta, nel senso che sappiamo che la fine arriverà, per chi oggi e per chi un domani.
Il pensiero della morte ha la capacità di ripropormisi spesso. Riesce a avvolgermi la testa, come a fasciarla in una serie di giri fastidiosi e paurosi.
Mi piace quello che dice Pascal, che l'uomo, pur essendo solo un debole giunco della natura, è un giunco pensante, e anche se l'universo lo distrugge, l'uomo è assai più nobile di ciò che lo uccide perché sa di morire.
E' in quest'ottica che ho già cambiato le mie priorità, e ho cambiato la mia vita radicalmente.
Perché ho riconosciuto quello che mi fa felice, perché, oltretutto, non mi sento stupida, anzi, a pensare d'essere nel pieno della felicità con consapevolezza.
E ho riconosciuto l'amore, frutto di quella passione di cui parlavo prima, e ho pensato, dopo aver sprecato tempo, di non potermi permettere di perderne nemmeno un altro attimo. Ché il tempo non è mai troppo, e dico la verità quando dico che mi manchi anche mentre sei al cesso.
E è per questo che annoto in mente ogni sorriso di nostra figlia, ogni suo progresso, ogni tua carezza, ogni gesto del nostro amarci, dagli sguardi ai momenti più fisici.
E' per questo che ogni momento che trascorro con i miei genitori, ora, ha un sapore diverso, è di un'altra qualità e è migliore.
Ché perder tempo a chi più sa più spiace”.
E' per questo che, quando mi viene in mente la morte, io le rispondo stringendoti la mano e sorridendoti, amore.


*A proposito del titolo...sabato 6 novembre hai impegni?

giovedì 21 ottobre 2010

Vuoi un tiro?

Ariosità di mosse ed efficacia descrittiva e finezza di commento psicologico

Perché la lingua è bella.

Dove metto i broccoli?!

Per la cena di questa sera ho provato a cimentarmi in uno Sformato di Broccoli.
Ora è in forno.
Intanto io scrivo la ricetta aspettando la fine della cottura per poter pubblicare la foto del risultato..
Servono:
4 uova,
500gr di broccoli,
2 salsicce sottili,
Parmigiano grattugiato,
Formaggio a scelta (io ho usato 4fettine di caciotta).

Cuocere i broccoli a vapore, senza lessarli troppo. Spezzettare le salsicce cuocerle in padella(io le preferisco ben rosolate perché danno più sapore).
A cottura ultimata far raffreddare tutto (sia broccoli che salsicce).
Aprire le uova dividendo i tuorli dagli albumi. Unire broccoli e salsicce ai tuorli, salare.
Montare gli albumi a neve e unirli al resto. Unire poi il formaggio che avete scelto spezzettato.
Mescolare, aggiustare di sale e/o pepe.
Mettere il tutto in una terrina (Io ho cotto in un contenitore cuki di capienza 1,100litri) e cospargere con il parmigiano grattugiato.
Cuocere in forno a 180' per 20/25 minuti.

Ottimo! Buon appetito!

Di corsa

Pensavo che non ricordo nemmeno più da quanto tempo non corro.
Per tutta l'estate mi sono ripetuta che, dopo il parto, mi sarei regalata una bella corsa, di quelle liberatrici, lungo la spiaggia.
Non quelle corse sistematiche, lente e troppo lunghe che la gente fa per tenersi in forma.
Mi sarebbe bastato anche uno scatto, 80 metri, da correre il più veloce possibile.
Ua corsa di scarico.
E invece non l'ho fatto, né lungo la spiaggia né altrove.
Non corro da tre, ma è più probabile quattro, anni.
Non corro dal mio ultimo tentativo di fare sport, quando ho provato a fare per l'ultima volta la ginnasta, la ginnasta di ginnastica ritmica, come avevo fatto per quasi quindici anni.
Ma se avessi avuto abbastanza resistenza, forse, non avrei mai smesso di correre.
Eppure, nonostante la buona capacità polmonare, ho sempre sofferto la corsa nella lunga distanza. Ancora mi chiedo perché, in terza media, la professoressa di ginnastica decise di mandare me, come rappresentate femminile, a fare la corsa campestre dei giochi della gioventù.
Preferivo la gara di velocità.


E, questa mattina, standomene su un'altalena con Clara in braccio, guardandomi intorno mi sono convinta che non mi piacerebbe essere una di quelle persone che vanno a correre.
Io in un parco preferisco arrampicarmi su un albero.

Poche ma confuse

E poi, se non sei favorevole all'inseminazione artificiale perché credi che ci sia un motivo se una donna, dopo una certa età, smetta di essere fertile,
potrai essere favorevole all'adozione da parte di coppie gay?

martedì 19 ottobre 2010

Così, di prima mattina, non va bene..

-Ma Liana è un nome?
-Penso di si. Eliana di sicuro.
-Eliana lo so. Ma Liana?
-Secondo me si. Dalle mie parti i vecchi si sbagliavano quando andavano a registrare i figli all'anagrafe.. C'è della gente che si chiama con una lettera in meno..
-Allora Liana può esistere..
-Eh, hai voglia! A Forlì è pieno di Liane..
-Eh si, cos'è una giungla?

All u need is Love

Abbracciami l'ultima volta prima di andare a perderci nei nostri ritmi quotidiani..

sabato 16 ottobre 2010

Din Don

Questa mattina ho avuto una visione uditiva.
Hanno citofonato.
-Chi è?
-Buongiorno signora, è (qualcuno che) l'AMA.
-Buongiorno a lei...

venerdì 15 ottobre 2010

Saltano tutti fuori al momento giusto

Pensavo alla gioia delle mogli cilene che hanno visto risorgere i propri sposi.
Poi, curiosando, ho riscontrato che, a ogni modo, ci sono casi in cui tutto il mondo è paese...
Ora mi diverto a immaginarmi la mia reazione se fossi stata nei panni di una di quelle mogli in quella precisa situazione.

Quando ci sono soldi di mezzo la gente accorre da ogni dove.
Un po' come alle inaugurazioni delle mostre, dove la gente spunta tutta fuori al momento del buffet.
Basta che ci sia da pescare.


IPOTETICAMENTE UN RACCONTO, buon week end


-Allora noi ci rivediamo lunedì.
-Si, ma il nostro vero appuntamento è martedì.Sei stato tu a elevare il martedì a giornata dei nostri tête à tête, in un certo senso. E poi, per questo martedì, mi hai promesso una cosa.
-Cosa?
-Vedi? L'hai già dimenticata. Sapevo sarebbe andata così.
-Dai, cosa?
-Anche se non vieni io prendo su la bambina e ci vado comunque. Anche lei deve cominciare da subito a appassionarsi a nonno Corrado...
-Ah, Augias!
-Lo ricordi, allora... Quindi?
-Quindi onorerò il giorno dei nostri tête à tête.
-Vabbè. Mi dispiace che tu rimanga solo nei prossimi giorni.
-Ma no...
-Si. E poi lo so che in realtà hai piacere di startene un po' per conto tuo.
-Ma guarda che io non sto male con te.
-Ah, ci mancherebbe altro. Sono io, invece, che non sto più bene da sola. Sono sempre stata tendenzialmente asociale. Continuo a esserlo, ma sono diventata (oltretutto) socialmente dipendente da te.
-Non rimani da sola.
-Che c'entra? Ho detto che sono dipendente da te.
-Ma sono tre giorni, su.
-Te l'ho detto che mi manchi anche quando vai al cesso.
-Ahah (ristata)! Sei sempre simpatica!
-E' la verità. Una volta anche tu avevi nostalgia di me. Mi dicevi che non riuscivi a staccarti da me, e altre smancerie del genere. Adesso non mi dici più niente di carino.
-Ma che dici?! Se ti sto sempre appresso?
-Si, ma sei poco romantico.
-Io non sono mai stato romantico.
-Forse con qualcun'altra. Le tue prime email mi facevano immaginare dolci passeggiate lungo il Tevere, cene a lume di candela, lunghi baci appassionati...
-Bah!
-Bah che? Non ti interessa sapere com'eri?
-Ma che stai a di'?
-Comunque...
-Che?
-No, niente. Al di là di tutto volevo solo dire che mi dispiace pensarti da solo.
-Ancora?!
-No, ma non mi è mai piaciuto saperti solo. Anche se è vero che in certi momenti avrei preferito tu lo fossi davvero.
-Aridaje... il nodo del discorso è sempre quello?
-Il nodo... forse nemmeno ce l'ha un nodo. E poi questo forse non è nemmeno un discorso. Sono solo considerazioni. Ma non avverti uno squilibrio di passioni?
-No.
-E poi rispondi a monosillabi.
-Dici cazzate, come vuoi che risponda?
-Il nodo è che il mio amore per te è esploso. Non nel senso che poi è scemato, ma nel senso che si è dilatato infinitamente, e ora non riesco più a controllarlo.
-Dovresti vivere il rapporto per quello che è, come faccio io, nella sua fase adulta.
-Che c'entra? Anzi, più sono nella fase adulta più penso di saperti amare.
-Dovresti amarmi in modo adulto.
-Non davi importanza all'età, tempo fa.
-Non le do importanza nemmeno ora. Non parlo di te, ma della maturità del tuo rapportarti con il sentimento.
-Mi ci rapporto benissimo. Pensi che sia opprimente per te?
-No, non penso un bel niente.
-Ah, ecco perché sei astemio...dalle mie parti si dice Contra i pinsìr un gran rimédi l'è e' bichìr.*




*Contro i pensieri un gran rimedio è il bicchiere.
P.s.: Ogni riferimento a cose o fatti è puramente casuale. Il titolo lo descrive bene: IPOTETICAMENTE.

giovedì 14 ottobre 2010

LaFeltrinelli


Martedì 19 ottobre
ore 18:00
INCONTRO CON CORRADO AUGIAS

la Feltrinelli | Libri e Musica
Via Appia Nuova, 427
(Roma)
Dopo aver raccontato i segreti di varie metropoli come Parigi, New York, Londra e Roma, Corrado Augias in I segreti del vaticano (Mondadori), rivolge la sua attenzione ai segreti della Santa Sede.
Non è un libro sulla Chiesa ma un libro sul Vaticano, cioè uno Stato sovrano di pieno diritto internazionale con un suo territorio. 
Augias si domanda se uno Stato che si dice ispirato direttamente dalla divinità può avere nei fatti un comportamento diverso da quello di tutti gli altri stati.
Dà così vita a una galleria dei personaggi ricchissima, iniziando da Nerone, passando per i Templari, fino a giungere ai giorni nostri con il caso orlandi e le vicende dello Ior e la Banca Vaticana.


..Fai pure conto che sia già lì, caro vecchietto mio!

mercoledì 13 ottobre 2010

Come sei brillante!

Oggi non ho niente da dire.

A parte che questa mattina, sotto un sole sconfinato e guardando un mare altrettanto senza limiti, riflettevo su quanto mi piacciano quei momenti in cui l'acqua, grazie ai riflessi del sole, si mette la brillantina:


E che, poi, riflettevo sulla nostra vita di coppia e su quello che hai detto e che è giusto: anche io, prima di te, vivevo male.
Ti sono grata, tu lo sei a me e Clara lo è a noi.

martedì 12 ottobre 2010

MAMMA MIA, I SUPERMERCATI!

Mi piacciono i supermercati.
Sono una mia passione, lo sono sempre stati.
Ricordo, per esempio, la réclame della Coop che passava in tv quando ero una bambina. 
Invidiavo fortemente la famiglia che viveva dentro il supermercato, per davvero.
Avrei voluto viverci io, lì dentro.
La sola idea mi mandava in visibilio. Pensavo a quanto mi sarebbe piaciuto farmi chiudere dentro il supermercato e passare la notte a girarlo in lungo e in largo.


In lungo e in largo perché, nella mia infanzia, a Forlì, ho avuto esperienza di supermercati grandi, e ben forniti.
C'era la Coop di Corso della Repubblica: qualcosa di entusiasmante.
Un percorso infinito attraverso il settore abbigliamento, poi l'ingresso nel vero e proprio supermercato (grande, di quelli belli grandi come piacciono a me), che celava al piano -1 la profumeria.
E' stata chiusa un bel po' di tempo fa, eppure la ricordo come fosse ieri.
Episodio singolare, una delle ultime volte che c'ho fatto la spesa, con mia mamma, alle casse abbiamo incontrato Battiston, l'attore, che non ho idea di cosa stesse facendo a Forlì, e che mi piace così tanto in Agata e la tempesta.


Mi piace guardare tutto quello che è negli scaffali, il modo in cui tutto è disposto, quanta scelta per ogni prodotto si può trovare.
Mi piace compararli, poi, i vari prodotti, così come i vari marchi.
A Roma, ora, il livello è decisamente inferiore.
Sono tutti posti abbastanza piccoli, disorganizzati, negli scaffali il più delle volte quel che c'è c'è.
E sono a conoscenza dell'esistenza di una sola Coop.
Ci sono stata una volta, dietro piazza Cavour, e diciamo che si commenta da sola.
L'unica cosa buona è che hanno il paté di carciofi e quello di pomodori secchi, rigorosamente a marchio Coop...primizie senza eguali.


Tutto questo per dire che oggi mi sono innamorata.
Siamo a Sanremo e avevamo finito le bottiglie d'acqua, così sono andata a comprarne altre.
Sant'Anna per me e Sangemini per Mario.
Qui a Sanremo c'è la Coop, quindi non ho avuto dubbi su dove recarmi.


E' uno dei più bei supermercati che io abbia mai visto.
C'è tutto, tutto.
E il momento in cui ho dovuto pagare ha contribuito a accrescere il mio stupore.
Le casse normali, quelle che tutti conosciamo e quelle cui io sono sempre stata abituata, erano chiuse, tutte.
Poco più in là c'era una serie di schermi, con i rispettivi lettori di codici a barre (che a loro volta furono un mio forte debole infantile).
Ebbene si, erano tutte casse automatiche.
Mi sono fatta il conto: sei bottiglie d'acqua, quattro mele e succo di frutta alla pera.
Mi sono quasi dispiaciuta per non aver avuto bisogno di comprare altro.


Poi, tornando verso l'hotel, ho ripensato che mi era piaciuto, per una volta, farmi da cassiera del supermercato realmente, dopo aver immaginato per tanto di esserlo, nei miei giochi di bambina.
Ma mi sono chiesta quanto sia giusto, poi, rimpiazzare le persone che fanno per davvero questo mestiere con qualche macchina.


Ah, quanti pensieri mi danno i supermercati....

sabato 9 ottobre 2010

TRUE BLOOD

No, non la serie tv sui vampiri.


                        
                          Ma la mia cucina..






             
La bottiglia di passata di pomodoro che mi è stata consegnata a casa (con il resto della spesa) già rotta.
Tirarla fuori dalla busta non è stata una bella esperienza...


giovedì 7 ottobre 2010

Al Parco

Ho portato la tartarughina(quella di razza umana) al Parco di Villa Borghese, questa mattina.
Dopo due giorni di tempo così così oggi si stava bene.
Un bel venticello e la luce non troppo forte di questo periodo di inizio autunno.
Nel silenzio fatto di cinguettii ho visto carrozze trottare lungo i sentieri e dame passeggiare tra i cespugli.
Ho pensato a quanta meraviglia dovesse suscitare, quel parco, circa trecento anni fa.
Meraviglia ne suscita anche ora, con qualche rammarico per i viali aperti al traffico.
Clara ha dormito, poi si è svegliata, ha mangiato e abbiamo cantato un po'.


Nel pomeriggio, poi, il clima è cambiato e sembrava veramente estate.
Caldo.
Ho fatto una bella sudata portando Clara a fare l'ecografia alle anche, all'ospedale Santo Spirito.
Tutto regolare.
Siamo tornate a casa a piedi e passando davanti alla chiesa di San Giovanni dei Fiorentini siamo entrate, ci siamo sedute e abbiamo fatto un pensiero e detto una preghiera per zia Ielma, che non abbiamo conosciuto, ma che grazie al bene che le vuole papà è sempre qui con noi.
E un pensiero e una preghiera anche per nonno Giovanni (il bisnonno di Clara), che venerdì 8 ottobre Clara compirà tre mesi e lui sarà scomparso da due.
Mi manca.
E questa mattina, al parco, io e Clara abbiamo cantato quella che per me è la sua canzone, quella che cantava quando ero piccola.
Questa mattina, in quel venticello, c'erano tutti e due, bisnonno e zia.

lunedì 4 ottobre 2010

Basta un attimo

Quattro giorni fa stavo facendo bollire un ciuccio di Clara e la sua custodia per disinfettarli.
Mi sono dimenticata il tutto sul fuoco, finché l'acqua non è evaporata e la plastica completamente bruciata.
Non mi ero accorta di nulla fino a quando, all'improvviso, il fumo e l'odore di bruciato hanno leteralmente riempito il salone in cui ero con Clara.
Ho rischiato di intossicarla e lo shock, la paura e i sensi di colpa sono stati (per non dire che sono ancora) fortissimi.

Anche per questo mando un bacio al bimbo di sei anni che ieri giocava con un accendino, in casa, e per la paura di un foglio di carta che aveva preso fuoco lo ha lanciato contro i mobili di casa provocando così un incendio che gli è stato fatale.
E un bacio anche al bimbo di otto mesi morto per le ustioni causate da una pentola di semolino rovesciata accidentalmente.
Un bacio al bimbo di due anni, e a tutte quelle giovani vite finite in tragedia per un attimo di distrazione, perché basta veramente un attimo, provando a immaginare la disperazione delle loro famiglie.

sabato 2 ottobre 2010

Un po' di niente..

Su D di Repubblica di sabato 2 ottobre, nella rubrica Domande (pag.17), l'ultima questione che ci si pone è: "Che mondo sarebbe se i neonati potessero scambiarsi i trucchi che conoscono per condizionare gli adulti? Ci sarebbe ancora un mondo?".


Bene.
Certe volte guardando Clara, che solo fra cinque giorni compirà tre mesi, ho quasi paura.
Mi guarda a sua volta e regge lo sguardo come risulterebbe difficile fare anche a un adulto.
Assume espressioni che pretendono un'attenzione e una risposta.
Quando l'allatto e si sente piena, si stacca e mi fissa negli occhi con un ghigno, e con un filo di voce pronuncia un "Oooh.." che per me significa tutto, come se mi fosse grata di ogni pasto, come se esprimesse una complicità che ovviamente ancora non può essere cosciente d'avere.
Ma da quando ha cominciato a accarezzarci, sia me che il suo papà, e quindi ha capito che e come può toccarci non per sbaglio, ma con movimenti mirati e decisi da lei, beh, con questo passo mi sembra diventata ancora più grande.
A volte, comunque, distinguo in lei certi comportamenti un po' "paraculi"... un finto pianto, due finti colpi di tosse, quasi volesse dire "guarda come riesco a sfotterti..".
Anche queste piccole grandi cose mi riempiono di tenerezza e amore, di simpatia per lei che è, di fatti, simpaticissima.
E anche per questa sua simpatia che intuisco, pur godendomi questi attimi con lei, penso spesso che mi piacerà da matti vederla ogni giorno un po' più grande, quando riuscirà a muoversi da sola per casa, quando pronuncerà le prime parole, quando mi guarderà con le stesse espressioni d'adesso ma saprà dirmi anche "Mamma".


Oggi pomeriggio la porterò a fare una passeggiata al Parco di Villa Borghese, non fosse altro che per farla respirare un pochino meglio..aspettando i tempi in cui potrà apprezzare i giochi sull'erba e cose del genere.
Porterò la macchina fotografica perché il suo book non è mai abbastanza ricco, e le foto di un pomeriggio di relax al parco ci mancano.
E ci torneremo anche domani, perché il lunedì la Gnam è chiusa e a me, da brava laureanda in storia dell'arte, può servire farci un giretto.


Poi in questi giorni abbiamo una serie di visite mediche, dall'ecografia alle anche alla visita di routine dalla pediatra.
E poi c'è la santa e benedetta dentizione.. che credo inizi a darci le prime rotture di scatole..e Clara ha cominciato a fare i primi capricci d quando è nata e da "morsi" a qualsiasi cosa.
Poi c'è il nostro papà che ha sempre tanto da fare e che piace così tanto a Clara, che lo guarda e ride quasi come ride guardando me.
E' un bravo papà, del quale ammetto d'essere visceralmente gelosa.
Gelosia che non avevo mai provato prima di lui.
Ah, il grande amore..