domenica 24 ottobre 2010

D'amore di morte e di altre sciocchezze*

Su D di Repubblica di sabato, 23 ottobre, alla rubrica DOMANDE ci si chiede: "Due persone che si sono desiderate reciprocamente e con grande passione e che non se lo sono mai confessato per insicurezza o altro e lo scoprono dopo anni, meritano almeno una pensione di invalidità?".

Beh, credo di si.
Quella sera di gennaio non avrebbe avuto senso se non ti avessi cercato, se non ti avessi confessato immediatamente il mio desiderio.
Se penso che quella sera, poi, ha dato senso al resto della mia vita, sorrido.
Non avrei mai potuto tacere una grande passione, non l'ho fatto, mai.
E del resto non ne avrei avuto coraggio, come se rinunciarci fosse equivalso a rinunciare a un pezzo (e, diciamo, neanche il più sfigato) della vita, che adesso comunque è la migliore possibile, grazie a te.
La posta in gioco è troppo alta, se c'è una grande passione di mezzo.
E' un sentimento troppo necessario a far si che una vita da comune mortale non vada sprecata in cose sterili e banali.
E, soprattutto, se quella sera non ti avessi cercato, la mia vita sarebbe stata veramente e gravemente invalidata.


Sempre sullo stesso numero di D di Repubblica, in un diverso servizio (circa una serie tv Usa che parla di cancro) si considera che: "La vita in fondo è sempre un equilibrio tra sopravvivenza e divertimento. E il tempo ha un ruolo centrale. Se poi sai quanto te ne resta, cambiano le tue priorità, le amicizie, i rapporti familiari".
Ma io credo che in realtà tutti sappiano quanto tempo gli resta, nel senso che sappiamo che la fine arriverà, per chi oggi e per chi un domani.
Il pensiero della morte ha la capacità di ripropormisi spesso. Riesce a avvolgermi la testa, come a fasciarla in una serie di giri fastidiosi e paurosi.
Mi piace quello che dice Pascal, che l'uomo, pur essendo solo un debole giunco della natura, è un giunco pensante, e anche se l'universo lo distrugge, l'uomo è assai più nobile di ciò che lo uccide perché sa di morire.
E' in quest'ottica che ho già cambiato le mie priorità, e ho cambiato la mia vita radicalmente.
Perché ho riconosciuto quello che mi fa felice, perché, oltretutto, non mi sento stupida, anzi, a pensare d'essere nel pieno della felicità con consapevolezza.
E ho riconosciuto l'amore, frutto di quella passione di cui parlavo prima, e ho pensato, dopo aver sprecato tempo, di non potermi permettere di perderne nemmeno un altro attimo. Ché il tempo non è mai troppo, e dico la verità quando dico che mi manchi anche mentre sei al cesso.
E è per questo che annoto in mente ogni sorriso di nostra figlia, ogni suo progresso, ogni tua carezza, ogni gesto del nostro amarci, dagli sguardi ai momenti più fisici.
E' per questo che ogni momento che trascorro con i miei genitori, ora, ha un sapore diverso, è di un'altra qualità e è migliore.
Ché perder tempo a chi più sa più spiace”.
E' per questo che, quando mi viene in mente la morte, io le rispondo stringendoti la mano e sorridendoti, amore.


*A proposito del titolo...sabato 6 novembre hai impegni?

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