domenica 6 marzo 2011

Di arte in arte

Negli ultimi quattro giorni sono stata alle Scuderie del Quirinale, per la mostra su Lorenzo Lotto, e alla Galleria d'arte moderna di Roma, per Rossetti, Burne Jones e il mito dell'Italia nell'Inghilterra vittoriana.
Qualche breve considerazione.
Gli allestimenti delle Scuderie sono sempre fatti bene. In questa occasione, però, sono rimasta un po' delusa dai cartelli che illustrano le varie sale espositive.
Molto tecnici, poco narrativi.
Nel complesso vale la pena andare a vedere uno de più particolari e emarginati pittori italiani, non solo del '500 ma di tutta la storia.
Poi, la GAM mi ha delusa, senza se e senza ma.
Oggi, più che mai, c'è la tendenza assai diffusa di intingere le esposizioni nella cialtroneria, con risultati che lasciano (o dovrebbero lasciare) lo spettatore perplesso (almeno) su quanto sta vedendo.
Parlo dello specchietto per allodole con cui si prova, oggi, ad attirare gente nei musei, attraverso titoli mirabolanti ma che, in verità, non rispecchiano l'essenza di quanto si trova esposto.
Il ritorno in mostra dell'arte inglese c'è in parte. Un terzo, abbondante, di opere esposte sono di pittori italiani (da De Carolis a Previati, da Tiziano a Giotto).
Di recente, solamente a Parigi sono riuscita a vedere qualcosa di veramente ben fatto, di veramente curato e di veramente completo.
Parlo di Mondrian e De Stijl e della retrospettiva su Arman, al Centre Pompidou, e di Monet al Grand Palais. E non è un caso, perché tre su tre, una fatta meglio dell'altra, non può essere un caso.


C'è, infine, la questione prezzo.
Una famiglia di quattro persone (padre, madre e due figli) per vedere questa mostra alla Galleria d'arte moderna, ad esempio, spende la bellezza di 36 euro. Lasciatemi fare la vecchia predicona: corrispondono a 70.000 lire. Possibile?
Uno studente, come me, di storia dell'arte spende 8 euro. Possibile?
Un qualsiasi studentello di qualsiasi altra materia, non particolarmente appassionato all'arte, spende altrettanti 8 euro. Può scegliere di andare al museo o al cinema, con quei soldi.
Cosa potrà mai preferire, tra le due opzioni?
Ecco, in tema di riflessioni sul valore e la posizione della cultura, più in generale, e delle arti visive, nello specifico, infilerei anche questi dati, che non ritengo del tutto marginali.

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