giovedì 12 gennaio 2012

3°Bollettino dell'Arte - 12/01/2012

Oggi ho parlato della smentita da parte dell'assessore Sebastiano Missineo sulla chiusura annunciata (e confermata) del Museo Riso di Palermo. Chiusura annunciata per mancanza di fondi.
L'assessore Missineo ha rilasciato un'intervista ad Atribune, in cui dichiara che il finanziamento da parte della Commissione europea (per, lo ricordo, 12 milioni e mezzo di euro) non è in realtà "bloccato" per oscuri motivi, come si ipotizzava, presso la regione Sicilia. Ma si sta semplicemente aspettando che l'iter burocratico faccia il suo corso e che i progetti presentati dal Museo Riso siano effettivamente valutati idonei.
La polemica ha le premesse per diventare veramente interessante e la seguiremo nei prossimi giorni...


Ho ripreso il viaggio nel Museo Immaginato di Philippe Daverio, parlando delle opere che lui ha voluto esporvi.
La prima incontrata oggi, ancora in anticamera, è Amor sacro e Amor profano di Tiziano Vecellio, opera datata 1514 e, oggi, conservata presso la Galleria Borghese.
Mi piace ricordare il pensiero di Roberto Longhi, a proposito di questo lavoro: "impasto che ha sapor vivente del marmo greco".
Perché qui Tiziano sfodera e mostra la propensione verso l'antichità, che per altro lui mai ha visto personalmente non essendo mai stato a Roma.
Ma è un'antichità che ha appreso tramite disegni e incisioni passategli sotto gli occhi.


La seconda opera che Philippe ci presenta, oggi, è Giove e Io di Antonio Allegri nonché il Correggio. Artista di cui mi piacerebbe poter dire tanto, forse troppo, per la meraviglia e la morbidezza della sua pittura, per la luce diffusa da questa e per l'attrazione naturale a salire, essendo anche solo spettatore, verso la cima di quelle cupole stupefacenti di Parma: in San Giovanni Evangelista e in Duomo.
Tanto altro vorrei dirne e, forse, ne dirò.


Alla prossima puntata.


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