Ieri sono tornata al cinema dopo un paio di mesi.
Ho visto We want sex, perché è dello stesso regista de L'erba di Grace, che sembrava avermi divertita abbastanza, e perché il trailer sembrava promettere una commedia di quelle che si, non saranno il film dell'anno, ma non ti pentirai d'averle viste.
Promessa da marinaio.
Film debole e troppo semplicistico per la storia che vuole raccontare.
L'insurrezione delle operaie di uno stabilimento Ford, nell'Inghilterra del '68, che organizzano uno sciopero per ottenere un salario pari a quello percepito dagli uomini.
Il massimo che si può cogliere, nel film, del loro disagio è qualche goccia che filtra dal soffitto dell'edificio in cui lavorano e che pecca, per così dire, in manutenzione.
Per il resto, queste operaie, se ne vanno in giro conciate che nemmeno Twiggy negli scatti migliori.
Tutto poco credibile.
Insomma, sono tutt'altro che femminista, ma ci sono argomenti e episodi che non possono essere trattati bene in un filmetto dal finale così tirato via.
E è un peccato, perché nei titoli di coda scorrono contributi dell'epoca, testimonianze audio e video delle reali protagoniste della vicenda.
L'unica cosa interessante è stata la riscoperta di un'attrice di cui mi sono innamorata, Rosamund Pike, rigorosamente under '70 e che avremo il piacere di ritrovare, a breve, ne La versione di Barney. Bella e brava.
E, poi, una battuta carina, recitata ad inizio film, quando un'operaia con due tette enormi risponde a una piattissima con un proverbiale: "almeno io non ho le tette che sembrano punture d'ape".
voto: 4
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