Com'è bella, pur nel dolore, quella mamma scimpanzè che osserva il figlioletto di 16 mesi morto. Lo tocca, lo gira e lo rigira, non lo lascia un attimo. Non sa perché non si muova più.
Chissà, forse anche loro diventeranno uomini, un giorno.
Spero per loro di no.
Mi auguro che sia l'uomo a ricordarsi, più spesso, di essere un animale lui stesso.
E che ritrovi, al più presto, quella che era un'innata e genuina semplicità.
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